mercoledì 11 marzo 2020

LA NOTTE-MAL DI MARE


------------Sono seduto a poppa ,mi fumo un ennesima sigaretta,stasera il mare e il cielo si perdono nellinfinità delle stelle,la scia che l'elica costruisce agitando il mare mostra una schiuma bianca illuminata dalla luna,io amo la sera starmene seduto qui nel silenzio totale mosso solo dal rumore dei motori quando qualcuno apre le porte stagno che danno sui locali di poppa.Ieri un gabbiano si è fermato sui fili delle antenne da un albero all'altro della nave,mi ha ricordato il mio paese il mare della Porta Vecchia e la moltitudine di gabbiani che stazionano sulla rada per asciugarsi al sole. Un giorno d'estate ormai la scuola era finita da un pezzo e gia ci stavamo preparando per la festa grande della Madonna della Madia molto seguita in citta dal popolo ma anche da molti turisti sia emigranti tornati o stranieri appassionati,con gli amici come al solito scandemmo alla Portavecchia dove sulla grande spiaggia in acqua c'erano molti cavalli, li portavano per fargli rinforzare i garretti ,e un pò piu lontano nel mare un gruppo di donne tutte in sottana nera facevano un circolo tenendosi per mano e si alzavano e abbassavano bagnandosi fino al collo,alcuni gozzi ormeggiati sugli scogli in attesa che i marinai uscissero in mare per la pesca serale con le loro lampare illuminavano 'l'acqua,i pesci erano attratti da quelle luci e loro l'infilzavano con lunghe fiocine.Nella piazza antistante la spiaggia un via vai di gente con borse ,muratori con cariole fruttivendoli con i loro carretti spessso si fermavano aspettando clienti,c'era uno specialmente che io amavo,era un uomo basso con grandi baffi un carretto specie quello siciliano e un volpino che non si muoveva da sotto il carro con un pony che trainava il carretto pieno di futta,quello che mi piaceva era il suono dei campanellini legati ai finimenti del pony ed a ogni movimento davano il loro suono.Intanto un meccanico di bordo si era venuto a sedere vicino a me con la sua tuta sporca di grasso ed olio,si accese una sigaretta e onozio a parlare ,mi raccontava del suo paese nella laguna di Venezia ,Chioggia si chiamava io mai avevo sentito parlare,mi raccontava della moglie e del figlioletto piccolo,di come avesse studiato e di quel lavoro che odiava ma che non aveva altre alternative se non di andare a pesca sui pescherecci.Io lo guardavo fingendo di essere interessato ma sinceramente le parole senbravano lontane senza senso, allora la vita degli altri non mi interessava io pensavo alla mia alla mia famiglia e ai miei amici e a una biondina di nome Maria mia vicina di casa che mi piaceva molto .. ma che non avrei mai piu visto se non da grande

Nessun commento: