martedì 9 dicembre 2025

Martedì 9 dicembre 2025

 Voglio riproporre queste due vecchie storie, spero vi piacciano......

NUOVO GIORNO

 

 

    Vago per l'Oasi solitaria. Cerco di memorizzare ogni angolo della città e dell'isola, Lucy non c'è ancora, forse dorme nelle sue stanze, e come ho sempre fatto nel villaggio del Nord adoro camminare la mattina alla ricerca di un angolo tranquillo dove sedermi e ammirare le bellezze della natura. I primi uccelli volano già tra gli alberi, alcuni pappagalli coloratissimi sono sui rami immobili ad osservarmi, alcune scimmiette saltano rumorosamente sui rami con i loro richiami, tutto intorno è in fiore e i cespugli sono così verdi dopo la breve pioggia della notte.

      Non è difficile al mattino presto incontrare qualcuno che si addentra nella foresta a raccogliere noci di cocco o fiori profumati, alcune donne al ruscello inginocchiate sulla riva si stropicciano i vestiti e io passo silenziosamente, alcune mi riconoscono e mi salutano con rispetto, ma non voglio disturbarle dal loro splendido lavoro di massaie.

      Dopo aver risalito un piccolo pendio, mi volto indietro, in lontananza verso il palazzo e osservo le finestre dove la bella Lucy sarà sicuramente con le sue cameriere a prepararsi per la passeggiata mattutina nel grande giardino, ma non vedo altro, solo un filo di fumo che sale alto dalle cucine, le donne stanno già preparando il pranzo e la cena per la giornata.

      Emergo dal boschetto di palme su una piccola spiaggia in riva al mare, bellissima e isolata, non credo che ci venga mai nessuno, anzi dico alle guardie di portare delle sedie così posso riposare e ammirare l'alba quando esco la mattina per la mia solita passeggiata.

   Una cosa meravigliosa poco lontano dalla spiaggia, due delfini giocano rincorrendosi nell'acqua, i loro salti ricordano le danze delle ballerine di palazzo, dietro la piccola scogliera si intravedono le navi fuori dal porto che aspettano il loro turno per entrare e scaricare le merci.

    Finalmente trovo una piccola roccia e mi siedo, mi tolgo i sandali e immergo i piedi nell'acqua ancora fredda della notte, e guardo il Sole che, uscendo come una palla di fuoco gialla, diffonde i suoi raggi, guardo lontano verso quel Sole, e i miei pensieri corrono lontano, non è passato molto tempo da quando ho lasciato il villaggio di Hammersgaard, il bellissimo Nani sir Erik e tutti gli altri Vichinghi che mi hanno dato la loro ospitalità e amicizia nel corso degli anni, non è stato facile separarmi da loro, ma il mio posto e qui nell'Oasi, ora che non vive più nessuno della mia famiglia, tranne le mie sorelle e i miei genitori che mi hanno adottato portandomi al Nord nel villaggio di Finnur Fjiord, ma non li vedo da molti anni ormai, anche se l'amore per loro non finisce mai.
 

   Lucy mi ha detto che mi ama tanto. Anche io non posso fare a meno di pensare a lei, e presto spero di poterla portare al Tempio per la Cerimonia, e chissà forse un giorno avrò dei figli con lei-





 

L'OASI IN FESTA

 


    Dopo la morte dell'Emiro, la tristezza aveva invaso l'Oasi, non c'era futuro, il destino infuriava contro la famiglia El Nairad, prima Darian, poi Orlando, la popolazione piangeva i propri Emiri.

     Un giorno una nave arrivò al porto dal Nord, aveva le insegne dei Vichinghi, ma aveva anche uno stendardo della famiglia eL Nairad, le guardie sorprese nel vedere le insegne corsero dal Comandante nel posto di guardia, riferirono di quella strana nave che era appena arrivata, lui, sospettoso, andò al porto per indagare se quella nave fosse davvero strana, le navi vichinghe arrivavano spesso dal Nord con pellicce e prodotti della foresta, ma questa volta qualcosa scosse il Comandante, sul ponte insieme ad alcuni Guerrieri c'era un uomo con lunghi capelli neri, assomigliava molto all'Emiro che tutti nel golfo e nel Mare di Thassa pensavano fosse morto dopo essere naufragato nella tempesta.


   Il Comandante salì frettolosamente a bordo lungo la ripida passerella scortato da due uomini fidati, e fu ancora più stupito nel vedere quell'uomo imponente con il suo sguardo gelido scrutare tutto intorno come se cercasse qualcosa, arrivare sul ponte e poi dopo essersi presentato, il comandante accolse l'uomo chiedendogli le sue credenziali, e il suo stupore aumentò quando l'uomo gli disse che il suo nome era Ulisse di Korat, uno dei figli di Pascia, scampato alla morte grazie a una schiava che lo aveva nascosto in una cesta e lo aveva portato a Korat, nella regione di Shendi, disse che era il figlio maggiore del Pascià, ma con una moglie diversa dagli altri figli, e che per sfuggire ai predoni e ai beduini di Cartassa, si era imbarcato su una nave vichinga e di aver vissuto con loro al Nord per molti anni, anche se aveva viaggiato molto e studiato, e ora sapendo della morte dei suoi fratelli si era precipitato all'Oasi per aiutare la popolazione a continuare la loro vita felice con un uomo al comando, ora che ci sono più eredi Era diventato il nuovo Pascià.

    La notizia si diffuse rapidamente per l'isola, tutti corsero al porto per rendere omaggio al nuovo Pascià Ulisse di Korat, questo era il nome che gli avevano dato i Vichinghi. Furono organizzati grandi festeggiamenti e il palazzo, a lungo chiuso, fu aperto al nuovo arrivato e ogni finestra fu addobbata a festa. I festeggiamenti durarono una settimana secondo la tradizione, dopodiché la vita cominciò lentamente a scorrere, la gente lavorava felice e il Pascià sapeva comandare quella gente con fermezza e saggezza.

      Ma il Pascià non era contento, era solo, non aveva una compagna, spesso la sera andava al porto, si sedeva sul molo e guardava l'infinito in cerca di qualcosa di perduto, cercava l'amore. Un bel giorno mentre passeggiava per la città salutato da tutti, una straniera catturò la sua attenzione, non era eccessivamente appariscente, indossava abiti semplici ma ben fatti, camminava altezzosa con la sua guardia, i loro sguardi si incontrarono e fu amore a prima vista, i suoi profondi occhi azzurri, i suoi lunghi capelli biondi, il suo viso lungo e affusolato, lo avevano conquistato, Ulisse si avvicinò alla donna chiedendole il nome e chi fosse e da dove venisse, lei arrossì dopo per quell'uomo bello e altezzoso, anche se lui non sapeva ancora chi fosse, disse di chiamarsi Mariagiovanna, ma tutti la chiamano Lucia, sono appena arrivata, disse, dall'estremo occidente, in una regione con un grande golfo e sto passando di qui per andare al Santuario.
   

     Ulisse fu così rapito dalla bellezza di quella donna che la invitò a palazzo per una grande festa che si sarebbe presto tenuta... lei accettò senza sapere chi fosse quell'uomo e si separarono con la promessa di rivedersi a palazzo.

        La sorpresa di Lucia fu grande quando arrivò a palazzo e tutti si inchinarono al suo passaggio, finché non giunse in fondo alla sala dove Ulisse era seduto sul trono ad aspettarla, scoppiò in lacrime di gioia e stupore, Ulisse la prese per mano e la accompagnò alla sedia posta accanto a lui e iniziò la festa. Dopo molte danze, le parlò di sogni, speranze e del futuro, e lei raccontò la sua vita di felicità e tristezza, il Pascià chiese a Lucia di rimanere a palazzo e le chiese di sposarla, lei, spaventata ma felice, accettò di rimanere e promise di amarlo per tutta la vita e di dargli dei figli per il suo Regno.

     Ora vive nell'Oasi, arreda le sue stanze e quelle dei bambini che arriveranno, trascorre molto tempo con Ulisse, abbracciandolo e ricambiando i suoi baci.

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