giovedì 27 febbraio 2020

                                      MAL DI MARE

5).. la nebbia si diradò un poco ,vedevo uscire dalla stazione giovani studenti e uomini frettolosi ,grigi come grigio era tutto quello che ci circondava.Una macchina si fermo davanti a me , una seicento multipla. molto usate all'epoca ,gli diedi uno sguardo distratto ,e ritornai ai miei pensieri ,alla mia mamma lasciata in lacrime,ma a pensarci bene lei piangeva sempre per qualsiasi cosa,non avevo lasciato niente che valesse la pena di ricordare ,un lavoro brutto è faticoso in officina,una vita misera un una famiglia povera,per la malattia di mio padre,gli amici ?si qualcuno mi mancherà ma non ci penso ora a dire il vero c'era una biondina che mi aveva tolto il sonno qualche notte ma era troppo lontana non mi guardava nemmeno.
Dalla seicento un omino piccolo tarchiato mi chiede se sono il navigante ,ancora non avevo memorizzato questa parola ma mi avvicinai dicendo che dovevo imbarcarmi sulla petroliera ''OTIS'' lui mi prese a bordo e mi porto all'agenzia girando per la città annebbiata e deserta a quell'ora .Finalmente arrivò il momento di andare al porto al pontile della SAROM dove la petroliera di solito ormeggiava ,non stavo nella pelle ,ero eccitato all'idea di coronare il mio sogno e navigare per scoprire il mondo come il mio amato ULISSE, Quando arrivammo nella nebbia vidi la prua altissima e la nave lunghissima era almeno cento metri,una lunga passerella sulla fiancata laterale portava in coperta dove il nostromo un uomo burbero dai modi grezzi con un marcato accento del sud mi accompagno prima a prua dove c'erano gli alloggi dei marinai e giovanotto e mozzo ,poi mi porto in pancia dal comandate, il comandante un marchigiano un uomo basso tarchiato con una pancia prominente, ,piuttosto obeso ma con modi gioviali e familiari ,dopo tutte le presentazioni cominciai la vita sulla nave ,ero ancora piccolo non avevo ancora diciassette anni quindi tutti avevano una parola buona , un consiglio utile per la vita sulla nave La mia cabina era molto bella,aveva un letto un grande armadio un tavolo e un divano ,piu di quello che avevo a casa dove dormivamo in tre in un grande letto ,c'era anche il riscaldamento .. non conoscevo ancora , a casa usavamo ancora il braciere o una stufetta elettrica appena inventate. Dopo aver caricato la nave con olio combustibile usato dalle centrali elettriche partimmo per Venezia ,una città bellissima che avevo solo visto in una cartolina che un mio cugino militare aveva mandato alla madre, arrivammo di notte e la mattina dopo il pilota sali a bordo entrammo nel porto passando dal Lido ed entrammo in laguna ,dopo aver superato delle isole finalmente vidi il campanile di San Marco e l'isola di San Giorgio di fronte uno spettacolo di motoscafi e motobarche e vaporetti sembrava che tutti si fossero dato appuntamento li quella mattina .non lo dimenticherò mai, ormeggiata alla banchina di via Garibaldi una nave passeggera della compagnia Adriatica con un grande leone sul fumaiolo, e una piccola nave da guerra della marina militare,la prima volta non si scorda mai dice il detto ed io mai lo dimenticherò, un sogno anzi il mio sogno avverato.

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