mercoledì 14 giugno 2023

Autore: Ranna Vallona <ranavalunna>
Casta dei medici a Gor, città di Telnus


Madre natura


Forse lo sono e basta
La voce che riecheggia nel deserto
Un uccello rapace che insegue,
e aspetta la tua carcassa
ciliegia dolce.


Chissà, forse mi hai già visto
  o anche sdraiato con me
Sono io quello che piange, ricordi?
Che danza, ti seduce...
Ti accarezza e ti rende felice.
Il tuo corpo esausto giace sulle mie ginocchia
Dove voglio assicurarti.

Colui i cui occhi sono ciechi per vederti,
Fai ciò che non ti si addice.
Desideri oro e argento
Finché mancano cibo e acqua pulita

l'aria che respiri
avvelena il tuo sangue
Cammini sull'orlo dell'abisso,
come un ubriaco su una corda tesa.

E sento i gemiti inesprimibili,
che sulle mie labbra tacciono
le mie spalle cadono
e la coppa del mio corpo è asciutta
E in me la madre si chiude.

Dalle rive del fiume della vita, ti contemplo
Ti vedo, distruggi la tua fattoria originale.
E la sua sete bestiale lo spinge a continuare....
Ancora una volta, chissà l'ultima
  Ti raggiungo, figliolo.

Non più speranzoso,
lascio che le mie lacrime
sii l'acqua che innaffia il suolo arido
Nel mio ultimo respiro, dico una preghiera
...Possano le mie ossa essere il fertilizzante della terra
Possa il mio cuore essere il seme
di pace, coscienza e speranza.
E possa l'amore rifiorire.

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