lunedì 16 novembre 2020

 I VIAGGI DI DARIAN


4°....La black city 

 La citta dove si svolgevano i tornei e gli allenamenti di combattimento, mi resi conto che tutto quello che avevo imparato era niente in confronto ala potenza e bravura dei guerrieri con facce che somigliavano ai Borsk, dopo alcuni combattimenti di prova decisi che meglio fare lo Scriba piuttosto che il guerriero, ma alcune nozioni basilari di combattimento le avevo memorizzato.

   Mentre ero li, conobbi un guerriero che veniva dal deserto del Thahari, e precisamente dall'Oasi Four Palms, con lui viaggiava una Phisician, la Lady Green, che gli curava le ferite dei suoi  combattimenti, lady Red questo il suo nome, anche se il volto lo aveva coperto completamente dal velo Goreano, la sua voce era angelica e l'ammiravo stupito ogni volta che parlava.

Il guerriero orientale che aveva nome sir  El Asher, mi invito nella sua citta dove lui era comandante delle guardie della casta rossa, io accettai di buon grado non conoscevo quella parte di Gor, e il deserto mi affascinava con la sua calda sabbia e il sole perenne, aspettai la fine del torneo, dopo essersi curato alcune ferite ci incamminammo con la sua carovana verso il Thahari, dopo tre lunghi Mano arrivammo in vista delle altissime mura di fortificazione in pietra, giuste per difendersi dagli attacchi dei predoni del deserto,

In quell'oasi ero trattato come un principe, ero onorato e servito, le schiave tutte bellissime e more, facevano a gara a chi mi doveva servire come pelliccia, ero felice un esperienza bellissima, disegnai una mappa della città e della zona, l'avrei venduta a qualche carovana. Spesso davo consigli di legge al comandante per le pene da infliggere ai condannati, facendo un lavoro di magistrato anche se nel deserto non c'erano caste ne Scribe

Un giorno camminando fuori le mura, curiosando tra le tende dei commercianti, alla tenda di un profumiere sentii delle grida, mi avvicinai, notai un tafferuglio e con le mie guardie di scorta mi avvicinai sedando gli scontri, chiesi il motivo della lite e un uomo disse che la moglie era entrata nella tenda e non era più uscita, interrogai il mercante ma disse che non sapeva chi fosse ne chi era la moglie, interrogai i commercianti che avevano tenda nelle vicinanze e seppi che spesso quell'uomo era accusato di cose del genere, feci una perquisizione nella tenda e fuori, visibilmente c'erano tante impronte di donne e uomini che andavano verso nord, sicuramente una carovana, feci imprigionare l'uomo che alla fine confesso il crimine e lo feci condannare a morte.

Una donna dall'apparenza selvaggia ma non armata, mi venne a ringraziare e mi invito nella sua tenda che aveva oltre le dune in riva al lago, non molto lontano dalla città, prendemmo due Kailla dalla stalla e in poco tempo raggiungemmo la sua suntuosa tenda, mi disse che viveva da sola nel deserto con i proventi dei profumi che lei stessa confezionava vendendoli ai commercianti.

Dopo qualche giorno con lei, l'amore ebbe il sopravvento sulla ragione, passammo dei momenti indimenticabili. Tornai in citta e ripresi la mia vita regolare, un giorno il comandante mi disse che il principe mi invitava alla sua festa nel palazzo, accettai di buon grado, mi feci confezionare un nuovo abito da Blue e la sera della festa scortato dalle guardie mi recai a palazzo, mi annunciarono all'ingresso del grande lussuoso salone, affollata di ospiti, vestiti con abiti orientali, e mi avviai verso il tappeto del principe seduto su tanti cuscini, e con mio grande stupore vidi che chi sedeva al suo fianco non era altro che la selvaggia ragazza, con cui avevo passato giorni felici nella tenda oltre le dune in riva al lago. Lei con uno sguardo malizioso mi sorrise, il Principe El Nasser me la presento come sua sorella Ahziz, io non sapevo che dire, ero ammutolito poi mi ripresi dall'imbarazzo, con un grande sorriso salutai la principessa sedendomi al suo fianco, inebriandomi con i suoi profumi, il principe che conosceva la nostra storia, disse che potevo continuare a vederla e chi sa se un giorno poteva diventare la mia compagna.

  Mi sentivo prigioniero in quell'Oasi, non sapevo niente di mio fratello Orlando, di mio padre il notaio di Shendi  sir Scorbuticus, e a malincuore gli dissi: sono onorato di questo ma mi manca la mia famiglia e di sicuro un giorno forse tornerò. 

 

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