lunedì 12 ottobre 2020

 RITORNO ALLA VITA

Quella mattina mi alzai di buon ora,dopo la solita colazione,latte e biscotti mi avviai verso la palestra,mentre scendevo,la fila di carrozzine con i pazienti .....

  

, sempre gli stessi anziani sulle loro carrozzine in attesa che gli
infermieri li riportassero nelle loro stanze, secondo me loro avrebbero fatto volentieri a meno di scendere, nella palestra, si vedeva sui loro volti la sofferenza del dolore e la stanchezza della loro età. io avrei giurato che avrebbero preferito starsene al fresco delle loro stanze.

Come ogni mattina scendevo in quella fabbrica di riabilitazione delle camminate, salutai tutti e per ognuno di quei vecchi avevo una parola di incoraggiamento, dicendo che presto sarebbero tornati a casa.La mia fisioterapista preferita,era nei lettini in fondo con i suoi pazienti, era troppo bella, sembrava un fiore sbocciato tra le pietre,Paola il suo nome, avevo avuto modo di parlare con lei ed avevo constatato che era l'unica a cui piaceva la musica che ascoltavo ed era anche preparata.era molto bella e un giorno nella palestra facendo una classifica con le altre infermiere per chi fosse la più bella, dissi che lei secondo me era la più bella ed aveva il più bel sedere della struttura, sottoponendomi alle ire di alcune di loro molto gelose del loro corpo,Tutti gli altri parlavano in modo professionale e mai di felicità o di libertà o di musica.Dopo aver fatto un oretta di esercizi,tanto ormai li conoscevo a memoria, da tempo li facevo sempre gli stessi, salutai tutti ringraziandoli per il loro affetto e il loro impegno,ormai avevo già la valigia pronta dal giorno prima. in attesa di espletare la prassi dell'uscita e ritirare i documenti necessari, mi misi la mia cuffia che collegai al telefonino, avevo programmato la compilation di George Harrison, e lentamente mi avviai alla pineta come ogni giorno, subito fuori della struttura, amavo quel posto mi sedevo e guardavo oltre l'orizzonte verso l'infinito, verso il sole,al di sopra del cielo.L'avevo fatto spesso in quel mese, sia la mattina che il pomeriggio, mi piaceva quel silenzio assordante, a volte interrotto dal cinguettio degli uccelli,e dal rumore del vento che muoveva le foglie,non era difficile vedere una lucertola che si arrampicava su per il muretto, io la seguivo con lo sguardo, fin che spariva nelle fessure di quel muretto a secco, oppure seguivo il lungo e laborioso cammino delle formiche che a stento trascinavano pezzi di aghi di pino,chissà cosa facevano con quei piccoli rametti.Tutto questo intervallato dal rumore di qualche macchina che arrivava o partiva uscendo dal parcheggio, al di la del muro di confine il contadino proprietario della fattoria confinante aveva cavalli, maiali e mucche, anche due torelli ma ancora piccoli ma già molto rumorosi. quando il vento era favorevole si sentiva la puzza di quegli animali ma si sa la natura e bella anche per questo,ricordavo quando da piccolo a Cisternino giocavo nelle stalle con gli animali,

Avevo detto a mio figlio di venire alle undici di mattina ,sapevo ormai a memoria gli orari delle uscite dei malati, spesso nella hall dell'ingresso salutavamo i pazienti ormai alla fine del percorso, anche se alcuni uscivano ancora claudicanti. La dottoressa ,un tipo trottolino ma simpatica, mi disse:

DAMMI UN PO DI TEMPO PER FARTI IL CARTELLINO.

  gli risposi che di tempo ne avevo a volontà,non era quello che mi mancava , ma la possibilità di mettermi le scarpe e i calzini, camminavo già abbastanza bene, da tempo non usavo più i bastoni che loro chiamavano''Canadesi'' forse per che somigliavano alle corna dei caribù.

Dopo aver passeggiato per il boschetto ritirai i documenti dall'ufficio della dottoressa e mi avviai  verso il parcheggio dove già mio figlio era ad aspettarmi, guardavo con nostalgia quella struttura dove avevo passato momenti belli e  momenti  meno belli per il dolore ma mi aveva lasciato un buon ricordo che mi porterò sempre  in un angolo del mio cuore,,,,,,,,,,

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