venerdì 12 giugno 2020

MAL DI MARE


IL MARINAIO......LA LICENZA


  Dopo molti mesi il comandante Attilio, torna a casa per una breve licenza,la nave dopo un piccolo incendio a bordo, necessitava di qualche lavoro,e la portarono all'arsenale di Venezia.


CASTELLO -VENEZIA
......Eccolo a casa, sta riabbracciando la sua famiglia, sua moglie e i suoi bambini, una di sei e l'altro il piccolo meno di un anno,l'aveva lasciato di pochi mesi ora e già un ometto,si fa per dire.
    Nella casa dove abitano,al piano rialzato di un residence con appartamenti a schiera, il suo giardino è diviso da quello del  vicino, da una ringhiera non molto alta,ed una piccola siepe,occupato da una famiglia, il padre ingegnere, e la madre insegnante e una ragazza figlia unica, che avrà avuto forse dodici, tredici anni,
La moglie gli raccontò tutto, parlando di loro diceva:
    - Spesso la ragazza viene ad aiutarmi con il piccolo, lo tiene con se lo fa giocare,mentre io faccio le mie faccende domestiche
   -sono contento disse lui, almeno hai un po di tempo anche per te.
  Intanto la ragazza appena vide che il comandante era arrivato, andò a suonare, sicuramente era curiosa di conoscerlo, lei e la sua famiglia erano arrivati mentre lui era lontano, e non si conoscevano.
Aveva i cappelli biondi,come il sole,e una pelle bianchissima con degli occhi che davano sul blu,
  -mi chiamo Matilde,
 Disse,un bel nome, penso lui, degno della sua figura ancora adolescente con il corpo che si doveva formare ma abbastanza alta per la sua età.
 Non appena entrata, corse al lettino del bambino ormai sveglio prendendolo e baciandolo,stringendolo a se, aveva già fatto amicizia con il piccolino,per che rideva con lei e gridava delle cose incomprensibili.
    La giornata fini con la cena, ed un giusto riposo, dopo un lungo viaggio da Venezia in treno.non prima di aver coccolato la sua dolce Aurora, la moglie.
Il mattino seguente appena alzato, si andò a sedere nel giardino, con il suo caffè, gustandosi il profumo dei fiori e delle piante che Aurora coltivava con amore.
....Dopo un po usci la ragazza,con un pigiama a fiorellini rossi e blu,più che pigiama era una corta Tshirt, larga, che lasciava vedere le sue lunghe gambe bianche, e le sue forme accennate, quando lo vide lo salutò dicendo:
  -Buongiorno signor Attilio.
Lui gli rispose distratto, ciao,continuando ad ammirare delle orchidee che crescevano in un vaso.

   Lei si andò a sedere sull'altalena,che stava proprio di fronte alla loro vetrata, lui vedeva benissimo le sue evoluzioni,che faceva pericolosamente,ogni volta che saliva verso il cielo, le sue gambe si scoprivano,facendole sembrare ancora più lunghe, lui la guardava incuriosito, lei si accorse del suo interesse, arrossì coprendosi,continuò ancora per poco, si senti una voce femminile dall'interno che gli diceva di sbrigarsi, cosi andò via lasciandolo pensieroso,cosa c'era di cosi interessante, si chiedeva, lui abituato alle tempeste sul mare,ed a gli uomini duri, distolse quei pensieri dalla sua mente, rientro in casa, si dette un po da fare in giro,c'erano tante piccole cose da riparare e mettere a posto specie in alto negli scaffali, si sa tocca all'uomo fare questi lavori.
      La moglie ad un certo punto disse:
 -Devo uscire,ma verrà Matilde per il bambino, Roberta (la più grande) la porto con me,devo comprargli delle scarpe.
  Cosi fu, dopo qualche minuto suono la ragazza, lui apri e lei lo salutò dicendo:
-buongiorno signor Attilio.
Dirigendosi direttamente nella camera del piccolo, lo prese con se, si sedette sul divano accendendo la tv,si vedeva bene che conosceva la casa e sapeva cosa fare.
  Dopo qualche minuto anche lui finito un lavoretto in cucina, si sedette sul divano con loro,giocando con il bambino in braccio a Matilde, gli capitava spesso di toccarla, ma lei faceva finta di niente, arrossendo ogni volta.
   Il giorno prima, non aveva fatto caso al suo corpo,e vero non aveva seno,ma si intravedevano sotto una camicia bianca un poco aperta sul d'avanti, che qualcosa stava crescendo, si intravedevano delle piccole collinette appuntite che premevano il tessuto,le gambe gli uscivano da una minigonna blu,bianchissime ed affusolate.pensò che fra qualche anno, i ragazzi si sarebbero battuti per lei.
   Mentre erano seduti, lei si era appoggiò letteralmente a lui, e lui gli aveva messo il braccio sulla sua spalla,toccandogli il braccio,
   Di colpo il piccolino inizio a piangere, lui non sapeva che fare, sapeva comandare una nave, ma con i bambini non ci capiva molto, faceva il cretino, cercando di farlo sorridere,ma lui niente,anzi si aggrappava ancora di più a Matilde come se cercasse la mamma,
lei cercava di calmarlo abbracciandolo, parlandogli dolcemente  dandogli la bottiglia con il latte, preparato da Aurora,ma lui piangeva si stringeva sempre più a lei, fino a quando con le manine si aggrappo alla sua camicetta che si apri,e d'istinto lui si butto sul seno, cercando di prendere il piccolo capezzolo in bocca,in cerca del latte. era sicuramente un istinto naturale.
   Una scena surreale, il comandante non aveva mai visto niente di simile,certo quando lo faceva la moglie, era tutta un altra cosa, per che naturale, mentre con questa ragazza era diverso, vederla fare da madre dandogli il seno al quel cucciolo, era veramente una cosa travolgente.
Nel frattempo il piccolo si sistemò calmandosi, non piangeva più ma rimaneva aggrappato a quella camicetta bianca, lui li accarezzava entrambi, Matilde era come un altra figlia per lui.
   Pian piano il piccolo si addormento e lo portarono nel suo lettino.
Matilde aveva il viso di un rosso porpora, non osava alzare la testa lui l'accarezzò leggermente la testa, lei farfugliò qualcosa e scappò via di corsa,

  Quando tornò la moglie, il comandante si guardò bene da raccontargli l'accaduto,facendo finta di niente,il bambino ancora dormiva e tutto era tranquillo, si affacciò nel giardino e la vide, annaffiava le sue piante,si era cambiata,aveva una lunga maglietta tipo basket, ma troppo larga per lei, senza pantaloncini,accennò un sorriso e lei lo ricambiò, illuminandosi, facendogli capire che per lei non era successo niente,anche se entrambi sapevano, che era successo qualcosa che non avrebbero mai più dimenticato,

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