lunedì 8 giugno 2020

                                LA NOTTE
IL MARINAIO  1........la partenza




.......A stento ero riuscito a salire, con la mia valigia comprata il giorno prima,certo non era grande, ma  avevo racchiuso li dentro i miei sogni, le mie speranze.
   
 Ma in realtà, piena di vestiti e biancheria,  due paia di scarpe, insomma per chiuderla ci eravamo impegnati, Io e mio Padre,lui secondo me era contento che io cercassi la mia libertà,non mi dava consigli sapeva che io avevo la testa sulle spalle,mentre mia madre piangeva ormai da giorni, mi raccomandava non so più quante cose.
        Il corridoio e gli scompartimenti erano pieni di gente,tanti militari,alcuni parlavano a voce alta, uomini che fumavano, bambini che correvano, spintonando i passeggeri,mi girai tre vagoni, tutti pieni,mancavano pochi giorni a Natale,mi fermai fuori ad uno pieno come gli altri,da una  parte c'erano padre madre e due bambini, salivano e scendevano dai sedili imbottiti, per la disperazione della mamma, dall'altra quattro ragazze
RIMINI AL TRAMONTO
tutte di età differente, sicuramente sorelle,le guardavo cercavo di immaginare cosa ci facessero su un treno affollato, con tanti uomini e militari,viaggiavo come al solito con la fantasia,avevo sentito la più grande, poteva avere 20 anni o giù di li, dire qualcosa alle altre, capi dal loro accento erano salentine, poi la grande disse alla più piccola, che poteva avere dieci-undici anni di sedersi insieme alla sorella, e mi invitò a sedere al suo posto,in principio rifiutai, poi accettai ,sistemata la valigia sul portabagagli mi sedetti al suo fianco, io ero rosso per la vergogna e la timidezza, rimasi inebriato dal suo profumo di pulito e di saponetta, era una bella ragazza di provincia,una bella brunetta,mi chiese come mi chiamavo, per rompere il ghiaccio, lei disse di chiamarsi Rosa e venivano da un paesino

della provincia di lecce,io balbettai sottovoce, Onofrio e sono di Monopoli,mi vergognavo all'epoca del mio nome, singolare e difficile da ricordare.Lei disse che andavano dalla zia a Rimini per il Natale e forse gli trovava un lavoro,si parlava del più e del meno, io raccontavo del mio sogno di girare il mondo, e lei affascinata ascoltava,poi stanco della lunghissima giornata chiusi gli occhi appoggiando la testa. allo schienale, lei capi che avevo sonno e mi lascio tranquillo,io cercando di trovare una posizione comoda per dormire, feci scivolare la testa sulla sua spalla,lei non si ritrasse, anzi fece in modo spostando i suoi capelli che io stessi più comodo possibile,forse l'istinto materno, la mia faccia era a pochi centimetri dalla sua, il
movimento del treno fece avvicinare la mia bocca, alla sua guancia o al suo collo,io facevo finta di dormire,e lei faceva finta di niente, ma entrambi sapevamo di essere svegli,Fino ad allora non avevo mai avuto un contatto fisico cosi bello ed eccitante,si a volte mentre si ballava nelle feste con gli amici avevamo modo di stringere qualche ragazza,era il modo migliore per toccarle, anche loro lo facevano, vecchi tempi.
Dal finestrino si vedevano sempre più luci,in un panorama fumoso,era la nebbia, lei svegliandomi disse che eravamo a Rimini, dovevamo scendere, a Rimini prendevo coincidenza per Ravenna,e loro autobus per la periferia, ci abbracciammo e ci salutammo,lei mi bacio sulla guancia.
 Ci promettemmo di rivederci ancora, ma io dovevo imbarcarmi per girare il mondo pensavo solo a questo..Rosa?..........soltanto un ricordo di un marinaio........

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