giovedì 30 aprile 2020

LA NOTTE-MAL DI MARE


Pantelleria 6

......Il tempo passava felice a Pantelleria..



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     Inizialmente pensavo fosse una punizione,incece ero in Paradiso.
Alternavo le mie uscite con i giorni di guardia, ormai ero consapevole del lavoro,e lo svolgevo nel migliore dei modi,capo Malfa spesso mi chiedeva, quando avrei spedito la domanda per raffermarmi, perchè secondo lui, e io lo sapevo benissimo, quello era il lavoro adatto a me, non avevo lasciato niente che mi obbligasse a tornare,ci pensavo seriamente.

    Nelle giornate di libertà,scendevo al paese, spesso a piedi, amavo la natura, i fiori, il cielo, il mare,  quando scendevo quella strada polverosa sentivo il vento sulla faccia, ricordavo i miei anni trascorsi in mare,sulle petroliere, il mare e il vento, erano gli elementi, da marinaio sulle petroliere uscivo dalla  plancia per sentire  il vento e il mare che portava il sale sulla faccia, un esperienza fantastica .Ora come allora, amavo quel vento che incessantemente soffiava ora da Sud, ora do Nord-Ovest, erano i venti che più soffiavano sull'isola dal lato del paese,qualche volta arrivava un pò di Levante ma raramente,

   Il Maestrale è quel vento fresco che tanto si aspetta in estate, l'inverno porta mare mosso, ma cielo pulito,la pioggia, era una rarità, si a volte d'inverno pioveva, ma poco poi tornava il sereno.
COSTRUZIONE IN MURO A SECCO PER PROTEGGERE  IL FRUTTETO


...Amavo guardare ogni cosa incontrassi sulla strada, ma quello che mi affascinava era le torri circolare costruite intorno a degli alberi da frutta,Limoni, Manderini, Aranci, certo altrimenti morirebbero per il costante vento,anche le viti crescevano in buche scavate nel terreno,una terra rossa di origine Vulcanica, produceva un uva buonissima,per il forte vento anche quella srebbe morta , l'unica pianta che sfidava i venti e il caldo e le intemperie era il Chiappero,cresceva selvaggio è rigoglioso con i suoi bellissimi frutti molto rinomati a Pantelleria  li esportavano ovunque, con i suoi fiori meravigliosi, al pari delle Orchidee.

   Ad un certo punto della strada sulla destra, c'era un viottolo che tagliava tra le prime case, scendendo dei gradini e passando d'avanti al piccolo forno, dove delle signorine aquanto paffutelle ma carine, servivano degli ottimi arancini ripieni di riso, non era raro che la sera prima di risalire al semaforo ne comprassi un paio e li usavo per cena.
.....La prima tappa era il bar, quasi sempre vuoto,poi mi fermavo  da Mimì, il tabaccaio del piccolo chiosco di fianco al bar,dopo qualche battuta di scherzo,mi sedevo sotto il piccolo gazebo del bar sul molo di fronte, guardavo il porto le barchette ormeggiate se c'era la nave militare dell'acqua, oppure guardavo lui ....si guardavo il mare in lontananza, sognavo,ricordavo i mille viaggi intorno al mondo,è le mille tempeste,affrontate con  forza come guerrieri,sempre rispettando lui e Dio che comanda i venti e i mari.


IL CUORE DI PANTELLERIA
 Un giorno ero seduto al tavolino sotto al gazebo, pensavo come al solito a mille cose ,la mia fantasia vagava,una papera nera entro nel porto, per niente intimidita dalle persone  e dalle poche macchine , girava lo specchio d'acqua, non era difficile vederle, come non era difficile vedere qualche Delfino che entrava, giocava faceva qualche salto e  andava via.            
Dunque ero seduto, un signore che conoscevo di vista, a sua volta seduto al bar,mi salutò.dicendomi che aveva saputo ero di Monopoli,lui diceva: ho fatto militare al tuo Paese,conobbi una ragazza ci innamorammo e l'ha sposai, ora abitavano a Pantelleria ed avevano due figlie femmine, più o meno della mia età, 

CAPPERI  DI PANTELLERIA
    Mi invitò a far visita alla loro casa nella piazza della Chiesa, un giorno, giusto per salutare la moglie mia paesana, io gia conoscevo quella famiglia lei era sorella di un collega di mio fratello in fabbrica  di batterie per auto,si chiamava Luca il fratello, e quarda caso abitavano nella stessa strada di casa mia,Via Ginnasio, dopo la Chiesa , diventava Via S.Leonardo, mi fece capire che avendo due figlie femmine mon sarebbe stato correto, che un militare andasse  spesso alla casa,ed io capii, non aveva torto chissà cosa avrebbe pensato la gente ,lui poi continuando, mi diceva che aveva saputo che ero un bravo ragazzo serio ed educato ero diverso dagli altri,e se decidevo di restare a Pantelleria mi sarei trovato bene,perchè disse: <le donne non mancano e il lavoro neanche>,penso stesse pensando a qualcosa che coinvolgeva lui o la sua famiglia.

    Non erano discorsi che amavo fare,io volevo vivere tranquillo nella natura di pantelleria, nel mare, andare da Zi Nicola al faro, mangiare pesce con lui e farmi lunghe passeggiate ammirando le bellezze naturali dell'isola..........di PANTELLERIA. 

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