domenica 5 aprile 2020

LA NOTTE-MAL DI MARE




PALOMBARA..(2)
   La prima cosa era presentarsi alla segreteria ,trascinando i miei due zaini mi fermai davanti ad una palazzina dove un secondo capo di nome Bagnoli mi attendeva,era giovane ed aveva un piccolo difetto nel parlare tartagliava un pochino,ma era sicuro di se.
AUGUSTA UNA CITTA  SICILIANA
    Anche lui era Cannoniere,di solito erano loro che mantenevano  disciplina e sicurezza,mi  disse di seguirlo e mi portò  in un ufficio dove seduto alla scrivania  centrale c'era il Comandante della base un capitano del Cemm,di solito erano Stgf che per meriti di servizio diventavano ufficiali del Cemm,io lo seppi in seguito,infatti un mio compagno di corso,che rividi  molti anni dopo, faceva servizio a Roma diventò anche lui Capitano.Il comandante si chiamava Accardo era un uomo piccolino con uno sguardo duro,mi venne in mente Capo Pontinelli di Chiavari

LA FIAT  600  LA MACCHINA DEL COMANDANTE
  Ricordo una volta che rientravamo da Siracusa,io e il mio amico Scarpa Rt dove avevamo passato la Domenica,prendemmo l'autobus fino a Priolo era un pò tardi, avevamo permesso fino alle dieci di sera,noi della base non potevamo chiedere passaggi ne parlare con gente del luogo,per questo motivo la libera uscita la facevamo a Siracusa oppure a Catania non potevamo andare ad Augusta ,dicevo io è il mio amico ci incamminammo sulla strada di Melilli per ritornare alla base,erano diversi chilometri , l'avevamo già fatta altre volte.Era buio ormai non si vedevano ne case ne auto solo la strada buia e le luci di Priolo alle nostre spalle,ad un tratto sentimo una macchina arrivare,ci mettemmo sul ciglio della strada per sicurezza ma con nostro stupore si fermò,era una Seicento bianca, dall'interno una voce disse -Marinai salite-
INGRESSO M.M  AUGUSTA
sapevamo che era proibito accettare passsaggi da estranei, ma il tempo passava e saremmo incappati in una punizione di sicuro,ci guardammo  io e il mio amico  Scarpa,un Veneziano molto simpatico,e con un pò di timore salimmo a bordo,la macchina percorse i pochi chilometri che mancavano,il conducente nel buio dell'abitacolo non disse una parola e per fortuna non chiese niente, arrivati al cancello della base anzichè fermarsi prosegui ,le guardie armate gli fecero saluto Militare capimmo era il Comandante Accardo,non sapevamo che fare ci irrigidimmo gia pensavamo a chissa quale punizione,lui senza dire una parola si fermo davanti al nostro alloggio ci fece scendere e prosegui verso il suo appartamento.
   La mattina dopo eravamo di servizio,sempre pensando alla punizione che avremmo avuto ma tutto fini li,dimenticammo l'avventura della sera prima e da quel giorno guardammo il Comandante con occhi diversi ''da figli''..........continua



    

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