LA NOTTE......(Chiavari2)
25)...........Intanto pian piano aquisivo sicurezza iniziavo a conoscre ragazzi giusti.....
La scuola era grandissima e non si finiva mai di visitarla quando non uscivo giravo per i palazzoni a forma di ''U,,ed in ogni vuoto vi erano dei campetti per pallavolo e pallacanestra.
La mattina appena svegli tutti giu posto di lavoro si scopava il vialone dalle foglie di quei maledetti alberi poi colazione e alzabandiera,io e Giorgio Mannoni di cui ero diventato amico studiammo uno stratagemma per evitare tutto questo ,cioè ci offrimmo di servire a messa la mattina nella cappella al primo piano in questo modo si evitava il lavoro e alzabandiera.
Tra tutte le figure che ricordo nella scuola un tipo veramente singolare era il capo Secci,lui era piuttosto tarchiato ma non basso severissimo e secondo me molto più che Corbo e Pontinelli oltre ad essere severo nelle lezioni lui lo era anche durante i suoi turni di guardia,ricordo che all'epoca chi doveva andare fuori presidio li faceva uscire senza fare la verifica nell'atrio,mentre gli altri tutti in fila prima faceva alzare il piede per vedere le scarpe e poi controllava le calze poi i capelli,ne falciava almeno la meta dei richiedenti libera uscita.noi tutti ci affacciavano alle finestre della camerata applaudendo il capo quando scartava qualcuno ,una volta c'era un ragazzone Sardo con dei capelli nerissimi e folti ,lui non lo fece uscire dicendo''sopracciglie folte''ancora rido quando penso a quel ragazzo che piangeva di rabbia.
Io e Giorgio studiammo un altro stratagemma per uscire,con la scusa che suonavamo nel gruppo musicale,dopo una mezzora ci presentavamo alla porta centrale dicendo all'ufficiale di servizio che avevamo fatto le prove e puntualmente uscivamo senza verifica.Poi seppi che erano ordini emanati dall'alto per non riempire Chiavari di militari,tra Esercito,Aviazione,Marina la citta era piena.
Fuori di fronte alla porta centrale abitava una famiglia con due figlie femmine,due ragazze bellissime che puntualmente all'ora della libera uscita si affacciavano alla finestra suscitanto fischi e urla di ammirazione da parte dei soldati.Un giorno la madre andò dal comandate Mollica e gli spiego il problema, e lui gli disse ''signora io alle cinque faccio uscire i miei tori lei faccia rientrare le sue vacche''e da quel giorno niente piu ragazze
Il tempo passava e un giorno di Aprile fui scelto per fare i picchetti armati alla stazione di Massa-Carrara in occasione dello sciopero generale dei lavoratori,per difendere i siti a rischio io fui assegnato di turno con un brigadiere dei Carabinieri un uomo sicuro di se che a sua volta infondeva sicurezza io ero armato con l'Enfield un fucile pesantissimo ma i colpi nonli avevo in canna e sinceramente un po di paura l'avevo,ma il corteo arrivò nella piazza antistante la stazione e svoltò a sinistra e noi tirammo un sopiro di sollievo.
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la zona dove era l'armeria sullo stradone a sinistra |
25)...........Intanto pian piano aquisivo sicurezza iniziavo a conoscre ragazzi giusti.....
La scuola era grandissima e non si finiva mai di visitarla quando non uscivo giravo per i palazzoni a forma di ''U,,ed in ogni vuoto vi erano dei campetti per pallavolo e pallacanestra.
La mattina appena svegli tutti giu posto di lavoro si scopava il vialone dalle foglie di quei maledetti alberi poi colazione e alzabandiera,io e Giorgio Mannoni di cui ero diventato amico studiammo uno stratagemma per evitare tutto questo ,cioè ci offrimmo di servire a messa la mattina nella cappella al primo piano in questo modo si evitava il lavoro e alzabandiera.
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a Chiavari con amici di corso |
Io e Giorgio studiammo un altro stratagemma per uscire,con la scusa che suonavamo nel gruppo musicale,dopo una mezzora ci presentavamo alla porta centrale dicendo all'ufficiale di servizio che avevamo fatto le prove e puntualmente uscivamo senza verifica.Poi seppi che erano ordini emanati dall'alto per non riempire Chiavari di militari,tra Esercito,Aviazione,Marina la citta era piena.
Fuori di fronte alla porta centrale abitava una famiglia con due figlie femmine,due ragazze bellissime che puntualmente all'ora della libera uscita si affacciavano alla finestra suscitanto fischi e urla di ammirazione da parte dei soldati.Un giorno la madre andò dal comandate Mollica e gli spiego il problema, e lui gli disse ''signora io alle cinque faccio uscire i miei tori lei faccia rientrare le sue vacche''e da quel giorno niente piu ragazze
Il tempo passava e un giorno di Aprile fui scelto per fare i picchetti armati alla stazione di Massa-Carrara in occasione dello sciopero generale dei lavoratori,per difendere i siti a rischio io fui assegnato di turno con un brigadiere dei Carabinieri un uomo sicuro di se che a sua volta infondeva sicurezza io ero armato con l'Enfield un fucile pesantissimo ma i colpi nonli avevo in canna e sinceramente un po di paura l'avevo,ma il corteo arrivò nella piazza antistante la stazione e svoltò a sinistra e noi tirammo un sopiro di sollievo.
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