Aspettavo con ansia quando la mamma mi diceva
-vai a portare le scarpe dal calzolaio-
ed io di corsa mi recavo dal nostro calzolaio di fiducia nonche cugino di mamma,aveva una gazza o cornacchia sempe legata al suo banchetto fuori su Via S.Caterina,quasi ad angolo con Via Garibaldi,(la strada dei mercanti)era una piccola stanzetta con migliaia di scarpe daper'tutto scatoli cartoni borse da riparare insomma un vero Bazar,lui fuori che batteva sulle suole appena messe e noi bambini ad aspettare mentre giocavamo con la gazza,ma la nostra vera speranza era avere dal maestro qualche scatola di crema vuota che noi poi usavamo per giocare ai noccioli dei cachi(loti)li riempivamo di terra o pitrisco rubato ai muratori e li usavamo come boccie(chiamavamo Stacce)per abbattere i semi dei loti messi in fila, era un bel gioco ma non e che a casa mia ne avevamo tanti di cachi di conseguenza pochi semi,il calzolaio si chiamava Maestro Ciccio.era un tipo con un po di pancia ed aveva un figlio nostro coetaneo che si chiamava Tommaso che poi divento postino, quando portavo le scarpe a riparare gli chiedevo che lavoro doveva fare,lui diceva bisogna mettere i tacchi sopratacchi e suole nuove,io ritornavo a casa per dirlo a mamma ,lei mi rimandava indietro dicendo vedi se mette solo mezze suole cosi risparmiamo,io mi vergognavo un po' lui poi sorridente diceva vabbe vediamo cosa si puo fare.
Nel ritornare a casa passavo sempre dalla piazza del pesce(Piazza Garibaldi) bevevo un po d'acqua alla fontana di marmo bellissima ho saputo dopo rappresentava il fascio dell'epoca fascista,e guardavo affascinato l'orologio della biblioteca antichissimo . attraversando l'arco mi affacciavo al porto,per vedere i pescherecci che tornavano dalla pesca e di sicuro qualche granchio o calamaro avrei avuto ,,,,,,
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