GRANDI PERSONAGGI DI GOR
LADY DARA
L'inchiostro macchiava la punta delle dita di Lady Dara, segno perpetuo della sua vocazione. Nel silenzioso santuario della scerva, circondata da pergamene impilate come ossa antiche e dal profumo di pergamena invecchiata, Lady Dara era una sentinella della memoria.
I suoi capelli neri, visibili solo nella liscia ondulazione dalla fronte fino a sotto il velo azzurro, incorniciavano occhi di un blu sorprendente che scrutavano intensamente la delicata scrittura. Il suo volto, un mistero per i più, rimaneva nascosto dietro le intricate pieghe dei suoi veli, uno scudo consueto per le donne della sua casta, ma per Dara era anche uno scudo per i suoi pensieri e i suoi lineamenti espressivi che, scoperti, avrebbero potuto attirare attenzioni indesiderate. Non era una semplice copista. In qualità di scriba esperta, teneva il polso della città nella sua mano attenta, trascrivendo le nascite dei nuovi cittadini, il triste conteggio dei defunti, i complessi decreti dei Sardar, le oscillazioni dei prezzi del grano e degli schiavi al mercato e le grandi dichiarazioni di guerra e di pace.
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| lady dara castle |
Il suo accento del Sud, una dolce cadenza che a volte le sfuggiva dalle labbra quando dettava a un giovane scrivano, la identificava come una donna di alto lignaggio, originaria delle Città Meridionali di Gor. La sua discendenza risuonava nella quieta autorità della sua postura, nel grazioso gesto della sua mano sulla pergamena. Essere una Donna libera di alta casta le garantiva un certo rispetto, nonostante conducesse una vita molto anticonformista.
A volte, mentre il sole pomeridiano filtrava obliquo attraverso le alte e strette finestre, illuminando scintille di polvere che danzavano nell'aria, Dara si fermava, con la penna sospesa, a contemplare il suo futuro. Registrava le vite degli altri, archiviando meticolosamente i loro destini, ma la sua vita era un arazzo intessuto di fili di indipendenza e tradizione. Era una donna di intelletto in una città che valorizzava l'obbedienza femminile, una madre senza compagno, in una società che definiva le donne attraverso i loro uomini. I suoi veli, pur mascherando il suo spirito, le garantivano anche una forma unica di anonimato, concedendole una certa libertà nel suo lavoro di cui poche donne godevano. Era la depositaria della storia di Gor, dei suoi segreti, della sua stessa identità, e in quella conoscenza, nascosta dietro i veli, risiedeva il suo potere silenzioso e formidabile...
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