SORAYA
Durante uno dei miei tanti viaggi in giro per il pianeta mentre con la mia carovana ero in viaggio proveniente dalla citta di Olni nella provincia del Sardar, e diretti a Cartassa, ci imbattemmo in una piccola cittadina fuori dalle grandi piste che attraversano il deserto del Thahari, il suo nome è Hispan, e mi dissero fondata da grandi conquistatori che si erano stabiliti in pace.
Al grande cancello delle alte mura di quella città mi presentai al comandante delle guardie dicendo di essere l’Emiro dell’oasi delle sette palme, e dissi essere diretto a Cartassa, il comandante fu felice di accogliermi e mi scorto fino al grande palazzo dove viveva il Pasha con la sua famiglia, mi accolsero con grande affetto per via del mio onorato titolo, ricordo la mia famiglia proveniva da un Oasi ormai distrutta di quella regione.
Nel grande salone fatto di tante colonne e tanti tappeti sul pavimento e in fondo alla sala il trono del Pasha, lui era seduto con la sua famiglia e le sue figlie, raccontai a quell’uomo dei miei viaggi delle mie avventure, di popoli lontani, di pirati e guerrieri Torvie che attaccano le città del cielo sui loro tharl, e loro affascinati mi ascoltavano, specialmente una delle figlie, che aveva uno sguardo profondo con occhi azzurri, un viso bellissimo che si intravedeva attraverso il velo trasparente.
Soraya si chiamava me disse il padre quando la presento, mi disse era la primogenita, ed era già in età di avere un compagno per la vita,
fui folgorato da quello sguardo, anche lei non perdeva occasione per lanciarmi sguardi di fuoco, e di colpo sbocciò il nostro amore, il padre si accorse di tutto e mi disse che se un grande nobile come me poteva aspirare ad avere la sua mano.
Come al solito mi lasciai avvolgere in quel grande amore ed ebbi la conferma della sua bellezza quando a tavola per la cena di gala si tolse il velo, era raggiante e bellissima con i suoi grandi occhi blu e le sue labbra rosse, il corpo era di una bella donna pieno e formoso da quello che si poteva vedere sotto ai suoi vestiti, gli presi la mano e il suo calore mi avvolse il corpo, Soraya era una donna fatta per l’amore e per essere la mia compagna.
Da quel momento non ci lasciammo più neanche per un minuto vivevamo la nostra avventura felici nell’oasi, Soraya era felicissima ed io non perdevo occasione per dimostrarle il mio amore, anche la sua famiglia mi amava specie le sue sorelle,
I giorni passavano, la data della nostra cerimonia di compagnia si avvicinava, gli invitati iniziavano ad arrivare, tanti nobili e miei amici di Alta casta, i preparativi della costruzione del mio castello, poco distante dalla città procedevano spediti e noi felicissimi aspettavamo quel giorno per completare con l’amore la nostra unione.
Un giorno mentre eravamo nel palazzo del Pasha arrivò un messaggero dalla mia Oasi dicendo che mio fratello Orlando era dato per disperso in mare, una grande tempesta aveva affondato la sua nave e nessuno sa che fine abbia fatto lui e i marinai, fu un duro colpo per me io amavo molto mio fratello, mi aveva fatto da padre quando rimasti soli dopo la distruzione dell’oasi, si prese cura di me portandomi a Korat.
Non avevo mai pianto nella mia vita, ma per lui le lacrime scendevano, Soraya mi faceva compagnia con la sua tenerezza, ma non potevo stare li inerme aspettando una notizia che non sarebbe arrivata, dopo aver pensato tanto al da farsi parlai con il Pasha chiedendogli di lasciarmi andare alla ricerca di Orlando, sarei tornato un giorno per che avevo dato la mia parola a lui e il mio cuore a Soraya, cosi fù lui mi organizzo una carovana per la grande città di AR e da li sarei andato a Brundisium per prendere una nave e iniziare le ricerche.
Soraya piangeva ed io con lei gli promettevo eterno amore e che sarebbe stata la mia compagna per la vita.
Un giorno ritornerò da quella donna che mi aspetta nella sua bellissima città nel deserto

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