lunedì 14 dicembre 2020

I VIAGGI DI DARIAN


 11....LA VITA NELLA CITTA' DI SVAGO


    Dove eravamo rimasti, me lo chiedevo mentre nel mio giaciglio mi giravo e rigiravo, pensavo alle avventure e hai pericoli affrontati per giungere qui, 

    la mattina seguente nonostante ancora assonnato, mi stropicciai gli occhi, mi vestii con il miglior abito che avessi da Scribe e mi avviai verso la grande piazza, dove si affacciavano le grandi torri delle Caste, e tutti i palazzi con uffici, compreso il tribunale e le carceri, bussai alla porta all'ufficio del capo degli Scribi, non conoscevo il suo nome ancora, una donna con abiti Blue seduta davanti alla porta mi disse:

 Per parlare con sir Asleytan dovete aspettare, Sir l'ufficio e ancora chiuso,

Ne approfittai per visitare quella grande piazza, con tanti alberi e panche in pietra che sicuramente nelle serate calde ospitava tanta gente. Ad un certo punto il mio interesse fu attratto da alcune grida che provenivano dall'estremo Sud della piazza, notai in lontananza alcuni guerrieri che trascinavano una schiava di città, aveva la tunica verde, mi avvicinai curioso per capire cosa stesse succedendo, il capo delle guardie un omaccione burbero con lunga barba incolta, alla mia domanda del per che trascinassero una cosi bella schiava, mi disse: 

Questa ragazza ha mancato di rispetto ad un mercante di passaggio, e la portiamo in prigione in attesa del giudizio del giudice, e il meglio che gli può capitare e che ritorni nel Kennel a disposizione dei guerrieri,

   Ero curioso di capire la sua storia, mostrai al guerriero le mie credenziali di Magistrato, chiedendo di poterla interrogare in via informale,sapevo che non avevo incarichi in città ma la legge e legge e va applicata e rispettata, dissi alla giovane di raccontarmi la sua storia, lei ancora piangente e sanguinante per le frustate ricevute durante il tragitto dall'Inn (taverna) alla prigione mi disse:

   Sir durante un momento di affollamento nella taverna, ho dimenticato l'ordine di un mercante di passaggio, lui arrabbiato ha chiamato la padrona, lei mi ha picchiata e fatta imprigionare.

   Non era una cosi grave colpa e non era un buon motivo per rovinare la pelle giovane di una kajira, che pur sempre due Coins d'argento vale al mercato degli schiavi, pensai in silenzio, non mi era mai capitato un caso del genere di solito erano gli Slaver (schiavisti) che si occupavano delle punizioni, ma evidentemente in questa città le leggi sono differenti, ma tutto dipende dagli Ubar (governatore), dissi alla ragazza anche per calmarla un poco:

     Mi occuperò del suo caso non appena mi daranno l'incarico da Avvocato o magistrato.

    Ritornai alla mia visita, lasciando alle guardie il compito di sorvegliare quell'esile fanciulla, sulla passeggiata che si affacciava sul porto c'erano delle sedie con dei tavoli, alcune donne Libere (Free Woman) erano sedute in circolo, chiacchieravano tra loro, mi avvicinai pensando di poter discorrere con loro le salutai,  ma a malapena risposero, ignorandomi poi facendo finta di discutere di non so quale grande evento.

   Non si presentava per niente bene la giornata, io ero uno straniero, ma sempre uno Scriba di casta alta, dovevo essere rispettato. seppi in seguito che in questa città, gli Scribi erano tanti, molti arrivavano da lontano in cerca di fortuna, si sapeva che l'isola di Svago situata al crocevia dei commerci di tutto il mar di Thassa. Avevo un po di piastre d'oro nascoste bene nella tasca interna della mia uniforme, decisi cosi di fermarmi qualche tempo in attesa di giorni migliori e chissà anche di qualche lavoro, che difficilmente avrei avuto per che nell'isola gli Scribi erano quasi tutte donne, alcune acide e malvagie e durante il mio soggiorno fecero di tutto per intralciarmi in qualsiasi opportunità, nonostante avessi avuto un piccolo lavoro dal capo degli Scribi fortunatamente uomo.

    Passavo la maggior parte del mio tempo fuori dall'ufficio, seduto su una panca, non c'era molto da fare solo la registrazione di qualche schiava acquistata da liberi, o qualche registrazione in tribunale, spesso scendevo al porto, mi sedevo sotto il pergolato della taverna,bevevo la mia solita Paga (birra), feci amicizia con una commerciante di profumi che aveva negozio sulla via del kennel. passando qualche minuto con lei.

 Una mattina mi alzai e fuori pioveva a dirotto, aveva iniziato la notte mi disse la guardia alla mia porta, e ancora non smette, pioveva e pioveva, sembrava che dal cielo Odino rovesciasse catini d'acqua, le strade erano diventate ormai fiumi, e le case sottostanti la spianata superiore erano tutte allagate, i cittadini, le schiave, e i commercianti cercarono riparo sulla spianata in alto.

 Dopo tre giorni di pioggia ininterrotta, alla riunione delle caste fu deciso di abbandonare l'isola, saremmo partiti verso l'isola di Cos, prepararono tre navi, e con delle zattere riuscimmo ad imbarcarci, certo non tutti riuscirono a salire, alcuni schiavi restarono a terra, io che intanto avevo conosciuto e acquistato una schiava di nome Shaina salii sulla nave delle caste alte insieme agli Scribi e ai Phisichian (dottori),  mentre i guerrieri e i cittadini occuparono le altre navi. Salpammo navigando verso nord,dove si pensava la pioggia scendesse con meno intensità, e cosi fu, dopo alcuni giorni fummo in vista dell'isola di Cos (corcyus), la sera ci ancorammo fuori la città  di Jad, che poi non era altro che un villaggio di contadini, che coltivavano e commerciavano sul fiume Wolsk, in realtà non erano che dei vecchi pirati ritiratosi su quell'isola al sicuro dalle navi di Port Kar,e da quelle dei guerrieri Trevis.L'Ubar ci disse:

   L'abbiamo scampata bella, per ora riposiamoci, domani decideremo il da farsi, e in quanto alla nostra città la ricostruiremo più grande e più bella.

   Ma io non ci sarei mai più tornato avrei preso un altra strada ........continua

 





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