mercoledì 25 novembre 2020

I VIAGGI DI DARIAN


10°         LADY CHIARA


Inizio la vita in quel villaggio isolato, sommerso dalla neve e sferzato dal vento gelido del Nord, nella regione del Torvashland,  dove scoprii che i Tarsk e i Borsk, (tipo di grande mucca e Grande cinghiale) li tenevano protetti nelle caverne, da cui mungevano latte, e mangiavano la carne prelibata dei Borsk.

Accendevano dei fuochi nella caverna per tenere al caldo gli animali, la legna non mancava,  I barili di Paga stivati in fondo alla cucina, vicino alla dispensa con molte bottiglie di vino Merlot, e carne affumicata appesa alle travi, ogni sera c'erano danze di schiave che seminude si esibivano per i commensali, togliendosi spesso i veli che che a malapena le ricoprivano, restando spesso nude e i guerrieri se le passavano l'un, l'altro, mentre l'Ubar con lady Chiara seduti su una specie di trono, coperti con pelli di Tarsk ammiravano le danze e si divertivano per quello che facevano i guerrieri,

  Lady Chiara dopo un periodo iniziale di qualche Mano (settimana di Gor) mi voleva sempre accanto a se, spesso mi abbracciava e baciava, io non ero abituato a quel genere di cose, finora avevo tenuto si la schiava, ma in intimità sempre da soli, mentre in questa grande costruzione tutto era surreale, a volte lei chiamava qualche schiavo e faceva l'amore con lui, io non capivo come il compagno sir Erik  guardava e sghignazzava più passavano i giorni e più si diventava intimi, il giorno lo passavamo nei nostri giacigli a smaltire le sbornie di Paga (tipo di birra del tempo) e la notte sempre e solo sesso e vino.

   A me non dispiaceva dopotutto quella vita oziosa e piena di sesso, ma capitò che una sera più ubriaca del solito, lady Chiara pretendeva che io facessi l'amore con lei e ad altri due schiavi tutti insieme, una cosa che mi fece inorridire, ma che fece scoppiare l'ilarità degli altri commensali, anche sir Erik, mi incitava a partecipare, non conoscevo quel lato di quella donna che avevo sempre amato in silenzio, ma vederla cosi discinta e volgare me la fece odiare con tutta la mia forza, non era il mio modo di vivere oziando, e lei spesso frustava gli schiavi senza un motivo apparente, in una pausa di bel tempo fermando l'inclemenza della natura, si organizzo una carovana  per il porto più vicino, dovevano ritirare della merce in arrivo, e  caricare lana di Verr (pecora Goreana) e caricare pelli di Tabuk (gazzella con unicorno) io decisi di andare via, raccolsi tutte le mie cose, salutai tutti, mentre andavo via lady Chiara mi chiamo piangendo disse che mi amava e che un giorno ci saremmo incontrati per vivere insieme. 

Quella confessione mi turbo non poco, avevo ancora negli occhi la scena di lei nuda che faceva l'amore con due schiavi, e che voleva anche me insieme a loro, non la dimenticherò mai, non dissi niente, me ne andai senza rimpianti, ero troppo amareggiato e deluso, nessuna lacrima versai per lei.

   Al porto c'era una nave che scendeva il mar di Thassa e che avrebbe fatto scalo all'isola di Svago, poco più su del delta del Wosk, una citta costruita su di un isola rigogliosa, con  grandi palazzi, dove il porto si affaccia su una grande piazza e tutto intorno le botteghe, la banca, le taverne e i kennel (dove vivono le schiave), c'erano due di kennel, uno per affittare le schiave agli stranieri di passaggio, nell'altro vivono le schiave di città, non a caso la città era chiamata - dalle cento schiave- mi disse il capitano un pirata anziano con tante cicatrici, disse anche che l'sola era la più bella e ricca del mar di Thassa, tutti i palazzi  erano situati nella spianata superiore, compreso la torre delle Caste e i quattro palazzi di Casta, compreso l'infermeria e il carcere e per accedere al piano superiore, due schiavi giravano le ruote del montacarichi, all'arrivo mi resi conto che aveva ragione, il porto era pieno di navi, nella piazza tanta gente, e guerrieri con la loro schiava al guinzaglio.

  Decisi di fare tappa in quella città, prima di continuare per  Shendi, volevo ritrovare mio fratello Orlando e mio  padre Scorbuticus, mi fermai nella taverna che si affaccia sulla piazza per mangiare qualcosa, diverse schiave servivano i clienti seduti su cuscini davanti a bassi tavoli, mi sedetti in un tavolo libero sotto il pergolato, dove anche le libere potevano sedere senza infrangere la legge di Gor (una donna libera non può entrare nella taverna, pena la riduzione in schiavitù) e colsi l'occasione di parlare con una Scribe seduta poco lontano a proposito di un lavoro in quella città, mi disse che già avevano tutti gli uffici al completo , ma se parlavo con sir Thomas, il capo della Casta, chissà se non mi dava un lavoro.

  Intanto affittai una casa già ammobiliata, sulla spianata superiore, nella strada che porta all'arena e ai giardini, e dopo essermi levato un poco di sporco di dosso mi stesi sul letto addormentandomi all'istante............continua





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