LA NOTTE-MAL DI MARE
Racconti d'estate 10
Non vedevo l'ora che arrivasse l'estate, dopo che le mie cugine Leccesi partirono, mia zia mi invitò a passare qualche giorno nel loro paese di nome Melissano, non molto lontano da S.M. di Leuca, il paese già lo conoscevo, mio padre mi portò una volta con tutta la famiglia, andammo con la macchina di Nicola il salumiere, che faceva viaggi di noleggio, con la sua seicento multipla, anche se puzzava di formaggio.
Era più che altro un paesino, somigliava tanto a quei villaggi messicani, dei film western, case basse e strade deserte, l'estate la gente usciva di sera, la mattina e pomeriggio si rintanava in casa,ad eccezione dei contadini che si recavano nei loro terreni.
L'estate il caldo rendeva l'orizzonte come un mare lontano, il sole bruciava tutto quello che non era protetto, e la maggior parte dei giovani emigrava verso il nord in cerca di fortuna.
Era praticamente un unica lunga strada che partiva dalla piazza centrale,con la Chiesa, il Cinema, un paio di Bar, qualche negozio di abbigliamento, e un osteria, frequentata più che altro da vecchi pensionati,che dialogavano con la loro bottiglia di vino sul tavolo, tanto per schiarirsi le idee.
Non avevo molti vestiti, presi solo un po di roba estiva la misi nella borsa, mi feci prestare da Peppino il mio amico un gilet di cotone giallo cromo, mi piaceva tantissimo, volevo fare colpo. avevo ormai quindici anni, quasi sedici, mi sentivo grande, solo l'idea di poter stare nella stessa casa delle mie cugine mi rendeva euforico, non stavo più nella pelle.
Partii da Monopoli la mattina alle nove con il direttissimo per Brindisi-Lecce, poi cambiai per Galatina, poi la corriera, che mi porto al paese, un viaggio lunghissimo arrivai nel tardo pomeriggio, affamato e bagnatissimo di sudore, faceva troppo caldo, loro erano abituati a quelle temperature, e i vestiti che indossavano non coprivano gran che, lasciando poco all'immaginazione. Riabbracciai la mia zia e il compagno,che aveva una macelleria in via Racale, non erano ancora sposati lui aveva avuto una prima moglie, ormai separato, poi finalmente abbracciai le mie due cugine, le ricordavo diverse, ora la piccola già era una signorina e la grande una donna,indugiai negli abbracci, poi parlando mi dissero che entrambe uscivano con dei ragazzi del luogo segretamente, rimasi malissimo, avevo fantasticato tanto in quell'anno su di loro e maggiormente su Rosita la grande, la delusione non passò inosservata, ma dissero che avevano un amica, non aveva fidanzato e saremmo usciti insieme.
Il giorno dopo era Sabato, andammo al mare. ad un paese sulla costa di nome Racale, rimanemmo fino a tardi, poi nel pomeriggio tornammo mangiammo qualcosa e ci riposammo, la sera ci vestimmo per uscire,dopo una breve passeggiata al centro del paese prendemmo un gelato, e dissero che l'unico divertimento era andare al cinema, passammo a prendere da casa, la loro amica di nome Matilde,che si accodo a noi, poi fuori dal cinema incontrammo due giovani, abbastanza carini, ma con lineamenti da contadini bruciati dal sole, dopo le presentazioni entrammo, loro per stare appartate dissero andiamo in galleria, di solito sempre piena, ci mettiamo dietro in piedi, capii subito l'antifona, e mi preoccupai di avvicinarmi alla Matilde, era carina, ma magra come una stecca. magari un giorno li sarebbe anche cresciuto il seno.
Sulle scale laterali della galleria, loro salirono più in alto possibile, io rimasi un po sotto dietro a Matilde, non appena si spensero le luci, lei si appoggio a me, secondo me non era la prima volta che lo faceva, ed io che non avevo tanta esperienza d'istinto la strinsi a me mettendogli le mani sui fianchi, lei più passava il tempo e più si appoggiava indietro, accentuando il contatto tra noi, la sentivo benissimo, e lei sentiva me, e lentamente con una lunga carezza gli toccavo tutto il corpo, un esperienza bellissima, dimenticai tutte le fantasticherie sulle mie cugine di quell'anno.
Per tutta la durata del film non ci scostammo di un centimetro sempre attaccati in un solo corpo, poi finito il film uscimmo, le mie cugine con i loro ragazzi, io con Matilde,ci raccontavamo della vita, ormai era scuro, c'era poca gente in giro, allungarono per una strada secondaria, loro si appartarono, io rimani con Matilde, dopo un attimo d'incertezza ci fermammo sotto un portico, di una casa deserta e la baciai, un bacio goffo, senza esperienza, anche lei non sapeva come fare, ma alla fine tra un bacio e una carezza raggiungemmo il Paradiso.
Ritornammo a casa tutti felici, la mattina dovevo partire,il lunedì, sarei tornato a scuola e al lavoro,Matilde venne a salutarmi alla corriera insieme alle mie cugine, ci abbracciamo tutti quanti, io baciai Matilde sulle guance .....con la promessa che ci saremmo rivisti presto,..... invece quando arrivo Dicembre mi imbarcai a Ravenna su una grande petroliera, Matilde non l'ho più rivista ......
Racconti d'estate 10
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| S.M. di Leuca |
Era più che altro un paesino, somigliava tanto a quei villaggi messicani, dei film western, case basse e strade deserte, l'estate la gente usciva di sera, la mattina e pomeriggio si rintanava in casa,ad eccezione dei contadini che si recavano nei loro terreni.
L'estate il caldo rendeva l'orizzonte come un mare lontano, il sole bruciava tutto quello che non era protetto, e la maggior parte dei giovani emigrava verso il nord in cerca di fortuna.
Era praticamente un unica lunga strada che partiva dalla piazza centrale,con la Chiesa, il Cinema, un paio di Bar, qualche negozio di abbigliamento, e un osteria, frequentata più che altro da vecchi pensionati,che dialogavano con la loro bottiglia di vino sul tavolo, tanto per schiarirsi le idee.
Non avevo molti vestiti, presi solo un po di roba estiva la misi nella borsa, mi feci prestare da Peppino il mio amico un gilet di cotone giallo cromo, mi piaceva tantissimo, volevo fare colpo. avevo ormai quindici anni, quasi sedici, mi sentivo grande, solo l'idea di poter stare nella stessa casa delle mie cugine mi rendeva euforico, non stavo più nella pelle.
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| MELISSANO-lecce |
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| MONOPOLI -IL MARE |
Sulle scale laterali della galleria, loro salirono più in alto possibile, io rimasi un po sotto dietro a Matilde, non appena si spensero le luci, lei si appoggio a me, secondo me non era la prima volta che lo faceva, ed io che non avevo tanta esperienza d'istinto la strinsi a me mettendogli le mani sui fianchi, lei più passava il tempo e più si appoggiava indietro, accentuando il contatto tra noi, la sentivo benissimo, e lei sentiva me, e lentamente con una lunga carezza gli toccavo tutto il corpo, un esperienza bellissima, dimenticai tutte le fantasticherie sulle mie cugine di quell'anno.
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| RACALE-lecce |
Ritornammo a casa tutti felici, la mattina dovevo partire,il lunedì, sarei tornato a scuola e al lavoro,Matilde venne a salutarmi alla corriera insieme alle mie cugine, ci abbracciamo tutti quanti, io baciai Matilde sulle guance .....con la promessa che ci saremmo rivisti presto,..... invece quando arrivo Dicembre mi imbarcai a Ravenna su una grande petroliera, Matilde non l'ho più rivista ......




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