MAL DI MARE
IL MARINAIO 4
Ebbene si finalmente a venezia ,ma il posto dove scaricare il nostro olio combustibile (un semi liquido nero puzzolente) era molto più in la della città navigando nel canale.
Chiesi a CHECCO (francesco Galluppo) un marinaio Siciliano ma viveva a porto Marghera con la famiglia, dopo essere stati deportati, come profughi in tempo di guerra,lui mi spiegava tante cose della sua vita,del suo lavoro sulle navi i tanti porti che aveva visitati in giro per il mondo.
Il molo dove scaricare era quello della Decal una delle centrali elettriche di VENEZIA, l'altra era in un posto chiamato Fusina, dove a qualche decina di metri c'era il pontile di un campeggio,ormai ormeggiati inizio lo scarico ..mi guardavo intorno,centinaia di navi, non avevo mai visto tante di fronte al nostro molo c'era la Montedison con tante navi ai pontili e un fumo giallo che si levava in cielo dalle sue ciminiere avvelenando la zona.
La sera finalmente libero, lavato e vestito con i migliori abiti che mi ero portato,avevo avuto il permesso di scendere a terra, cosi mi incamminai verso il paese,molto piccolo per dire la verità, chiesi informazioni per come arrivare a Venezia mi indicarono la strada verso il ponte di Mestre, che collega la terraferma a Venezia, non avevo mai visto un ponte cosi lungo e cosi grande, mi fermai ad osservarlo da lontano,era l'unica possibilità che avevo per raggiungere Venezia, mi incamminai come un disperato, non conoscevo niente.ma per fortuna un signore che faceva running, mi disse di aspettare che presto arrivava autobus, cosi fu, arrivai al piazzale Roma, un posto incasinato di auto, gente e traghetti che partivano per ogni posto,io non avevo molti soldi (non avevamo preso paga) e già avevo pagato autobus poi preso caffè al bar .quindi come un pesce fuor d'acqua, seguivo la gente e i turisti che scendendo dalla stazione centrale in fila andavano nella stessa direzione,fu cosi che guardavo posti bellissimi, attraversando ponti sul canale, barche vaporetti e bettoline (cosi chiamano le piccole barche che trasportano i materiali) fui affascinato dal ponte di Rialto, dell'Accademia,dal teatro la Fenice,da palazzi bellissimi che ricordo aver visto nei miei libri di storia,Mi fermai qualche minuto a campo S.Margherita, in seguito sarebbe stato il mio punto di riferimento,per un momento mi vidi perso, non sapevo dove andare in quel punto c'era poca gente, chiesi ad un signore la strada per S.Marco, (beccai un inglese) ma lui nella sua lingua mi spiego < segui i mattoni sul pavimento,sono messi a spiga di grano ..
seguendo la punta e ti porterà a piazza s.Marco, da qualsiasi posto di Venezia ti trovi >..meglio del GPS di oggi quell'inglese.( mi veniva da ridere a pensare, beccare uno straniero che sa cose meglio della gente che ci abita, seguendo i mattoni non tralasciando di ammirare, ponti e canali , case bellissime ma allo stesso tempo annerite dal corso degli anni con l'umidità,sbucai di colpo in piazza San Marco, qualcosa che solo chi ci è stato può capire, migliaia di persone il grande campanile e la facciata della chiesa.. tutt'intorno i bar con tavolini fuori, rimasi senza fiato.visto di sera era ancora più bella , con migliaia di luci,arrivato in fondo a destra della chiesa un altra piazza con il palazzo dei dogi e due colonne in fondo con dei leoni sopra e finalmente vidi le gondole.le avevo viste qualche volta in film o in foto sui libri ma dal vero erano bellissime ma tetre con il loro colore nero lucido, chiesi come si chiamava quel posto e mi dissero Riva Schiavoni più in la fondamenta nuove, e i giardinetti, tanti vaporetti che con le loro onde invadevano le banchine con l'acqua facendo sballottare le gondole posteggiate da una parte all'altra, sulla sinistra c'era un grande ponte, mentre lo attraversavo decine di persone facevano fotografie .. chiesi ancora, mi dissero è il ponte dei Sospiri, io lo conoscevo dalle mie letture,è il ponte che i condannati attraversavano dal palazzo dei dogi per finire ai Piombi le carceri Veneziane. chiamate piombi per il loro tetto fatto di lastre di piombo.Ormai si era fatto tardi, cosi decisi di ritornare alla nave, mi ci volle un ora buona,un senso di tristezza mi avvolse quando salendo la scaletta mi passava d'avanti agli occhi le meraviglie che avevo visto, promisi a me stesso che alla prossima occasione, sarei ritornato per conoscere tutto di quella città che mi aveva tanto emozionato.La mattina dopo ripartimmo per Ravenna. Checco mi disse che poi saremmo ripartiti per la Sicilia .......ma questa è un altra storia
IL MARINAIO 4
Ebbene si finalmente a venezia ,ma il posto dove scaricare il nostro olio combustibile (un semi liquido nero puzzolente) era molto più in la della città navigando nel canale.
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| PORTO MARGHERA A VENEZIA |
Chiesi a CHECCO (francesco Galluppo) un marinaio Siciliano ma viveva a porto Marghera con la famiglia, dopo essere stati deportati, come profughi in tempo di guerra,lui mi spiegava tante cose della sua vita,del suo lavoro sulle navi i tanti porti che aveva visitati in giro per il mondo.
Il molo dove scaricare era quello della Decal una delle centrali elettriche di VENEZIA, l'altra era in un posto chiamato Fusina, dove a qualche decina di metri c'era il pontile di un campeggio,ormai ormeggiati inizio lo scarico ..mi guardavo intorno,centinaia di navi, non avevo mai visto tante di fronte al nostro molo c'era la Montedison con tante navi ai pontili e un fumo giallo che si levava in cielo dalle sue ciminiere avvelenando la zona.
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| PONTE CHE COLLEGA MESTRE A VENEZIA |
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| PONTE DEI SOSPIRI IN FONDO |




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