LA NOTTE
RACCONTI D'ESTATE 2
Dopo tanti anni, che scrivevo lettere alla zia da parte di mamma, finalmente quell'anno. avremmo conosciute le nostre Cugine, loro abitavano nel Salento.
Arrivarono in treno,noi a casa non avevamo mezzi di trasporto, le macchine ancora erano un sogno, mio padre aveva solo una bicicletta Bianchi,che la custodiva come una Ferrari,pensate che faceva Monopoli-Cisternino,spesso per affari o per visitare la sua famiglia,a volte portava anche me, ma gli ultimi chilometri di tornanti, li facevamo a piedi,oppure aspettavamo la Corriera di Ciccimarra, al bivio di Torre Canne, ma al ritorno tutto in discesa fino a casa.
Era di Sabato pomeriggio, loro erano partite la mattina alle undici, cambiando tre treni.
Quando arrivò il treno da Lecce, noi eravamo già sul marciapiede del binario, scrutando tra i passeggeri che scendevano,non molti per la verità, finalmente li vedemmo,entrambe vestite di nero, la più grande aveva sedici anni pressapoco, e la più piccola ne aveva dodici, si notava il loro modo provinciale di muoversi venendo verso di noi.
Mio padre da anni non li vedeva, mentre per me era la prima volta, la grande che si chiamava Rosita,aveva i capelli rossi con lentiggini sul viso, non molto alta, ma con un seno che mi sembrò eccessivo per una della sua età,l'altra più piccola di nome Angela era bruna,magra, alta quasi quanto la sorella,
si vedeva la somigliava con la nostra famiglia, lei bruna con pelle olivastra,ma abbastanza bella, e naturale sarebbe diventata una bella ragazza.
Nel tragitto che portava dalla stazione a casa quasi due chilometri, loro parlavano della madre, della famiglia, di tutto quello che mio padre gli chiedeva, io mi limitavo a portare una borsa, ma le guardavo incuriosito,non le conoscevo ed ero sempre un po timido negli approcci con le donne.
Il sabato ormai era passato, andammo a dormire,loro si sistemarono nella stanza del primo piano, non era molto grande la casa, la nuova era ancora in costruzione nel palazzo dei Sitidd.
La mattina ci alzammo tutti presto,loro andarono in Chiesa con mia Madre e un altra nostra cugina che abitava nei paraggi,poi all'uscita della Messa,andammo al Borgo tutti insieme, c'era anche mio fratello grande,che aveva più o meno l'età della Rosita,io mi limitavo a guardarle e se mi chiedevano rispondevo, ma mentre camminavo mi sentivo orgoglioso di portare delle donne vicino a me.
Il pomeriggio lo passammo a visitare la città e conoscere qualche mia parente,la sera decidemmo di uscire, loro due volevano andare al cinema all'aperto di Monopoli che si chiamava -Arena-, davano un film che mio fratello aveva già visto e la cugina di Monopoli anche lei rifiutò, non mi rimase che accompagnarle.
Mio padre mi dette cinquecento lire per i biglietti, ci incamminammo verso il Cinema, che guardava sul porto,mano nella mano con Angela, anche lei timida come me,mentre la rossa era più aperta,si guardava intorno spesso fermandosi davanti a qualche vetrina. Arrivati all'ingresso mi avvicinai per pagare, Rosita insisteva per pagare lei, diceva che aveva i soldi, io non volevo sentire ragione e pagai, ci avviammo verso delle poltrone libere al centro del cinema, dalla parte dove potevamo vedere il porto ed il mare, ci sedemmo, io al centro, loro ai miei lati,quando ci fummo sistemati lei mi mise i soldi sulle gambe, io li presi e li rimisi sulle sue, aveva una gonna stretta che nel sedersi si era alzata un poco lasciando vedere le ginocchia e un bel tratto di coscia, a quel punto inizio un giogo di dai e prendi i sodi da sulle gambe.
Io nella mia timidezza,e la mia inesperienza toccare una ragazza era sempre stato il mio sogno, cosi ogni volta non perdevo occasione di toccargli le cosce o il seno, racchiuso in una camicetta rossa, si intravedeva un reggiseno bianco che mostrava l'attaccatura di quel seno abbondante.
Furono momenti di tensione ed eccitanti, anche lei a quel punto sembrò di aver preso gusto per quel gioco, inizio a toccarmi nel mettermi i soldi sul pantalone,e per non farmeli prendere apriva la mano per proteggerli, sostando un po più insistentemente con quella mano,anch'io avevo preso gusto nel toccarla, ovunque mi capitava, toccando quel morbido seno e quelle gambe salendo ogni volta un po più su,la piccola ad un certo punto che non credo fosse scema, aveva capito i nostri movimenti ci disse:
-Smettetela di litigare.
Per un momento ci fermammo, poi senza più scuse dei soldi, lei mi prese la mano poggiandola sulle sue gambe, poi appoggiò la sua testa sulla mia spalla,
mi sentivo in Paradiso, era la prima volta che avevo una ragazza al mio fianco con la mano nella mano e la sua testa che profumava di sciampo, ero inebriato,non credo che nella vita io abbia più provato qualcosa di simile, ero senza fiato non riuscivo a parlare,anche lei sembrava felice,non si
muoveva più,era immobile e sognante, fingeva di interessarsi al film, ma io la sentivo ansimare e mordersi le labbra, ero felice per lei, avevo una giacca di cotone che misi sulle mie gambe,a volte succede qualche piccolo incidente.
.....Finito il film,restammo per alcuni minuti fermi in attesa che gli altri uscissero, e per ricomporci,io sempre con la maglia sul braccio che mi coprivo.
Prima di arrivare a casa lei in un orecchio mi disse:
-Grazie,spero rimanga un nostro segreto.
Non risposi ma gli sorrisi dolcemente.......
RACCONTI D'ESTATE 2
Dopo tanti anni, che scrivevo lettere alla zia da parte di mamma, finalmente quell'anno. avremmo conosciute le nostre Cugine, loro abitavano nel Salento.
Arrivarono in treno,noi a casa non avevamo mezzi di trasporto, le macchine ancora erano un sogno, mio padre aveva solo una bicicletta Bianchi,che la custodiva come una Ferrari,pensate che faceva Monopoli-Cisternino,spesso per affari o per visitare la sua famiglia,a volte portava anche me, ma gli ultimi chilometri di tornanti, li facevamo a piedi,oppure aspettavamo la Corriera di Ciccimarra, al bivio di Torre Canne, ma al ritorno tutto in discesa fino a casa.
Era di Sabato pomeriggio, loro erano partite la mattina alle undici, cambiando tre treni.
Quando arrivò il treno da Lecce, noi eravamo già sul marciapiede del binario, scrutando tra i passeggeri che scendevano,non molti per la verità, finalmente li vedemmo,entrambe vestite di nero, la più grande aveva sedici anni pressapoco, e la più piccola ne aveva dodici, si notava il loro modo provinciale di muoversi venendo verso di noi.
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| CINEMA ARENA MONOPOLI |
si vedeva la somigliava con la nostra famiglia, lei bruna con pelle olivastra,ma abbastanza bella, e naturale sarebbe diventata una bella ragazza.
Nel tragitto che portava dalla stazione a casa quasi due chilometri, loro parlavano della madre, della famiglia, di tutto quello che mio padre gli chiedeva, io mi limitavo a portare una borsa, ma le guardavo incuriosito,non le conoscevo ed ero sempre un po timido negli approcci con le donne.
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| IL BORGO-LA PIAZZA DI MONOPOLI |
La mattina ci alzammo tutti presto,loro andarono in Chiesa con mia Madre e un altra nostra cugina che abitava nei paraggi,poi all'uscita della Messa,andammo al Borgo tutti insieme, c'era anche mio fratello grande,che aveva più o meno l'età della Rosita,io mi limitavo a guardarle e se mi chiedevano rispondevo, ma mentre camminavo mi sentivo orgoglioso di portare delle donne vicino a me.
Io nella mia timidezza,e la mia inesperienza toccare una ragazza era sempre stato il mio sogno, cosi ogni volta non perdevo occasione di toccargli le cosce o il seno, racchiuso in una camicetta rossa, si intravedeva un reggiseno bianco che mostrava l'attaccatura di quel seno abbondante.
Furono momenti di tensione ed eccitanti, anche lei a quel punto sembrò di aver preso gusto per quel gioco, inizio a toccarmi nel mettermi i soldi sul pantalone,e per non farmeli prendere apriva la mano per proteggerli, sostando un po più insistentemente con quella mano,anch'io avevo preso gusto nel toccarla, ovunque mi capitava, toccando quel morbido seno e quelle gambe salendo ogni volta un po più su,la piccola ad un certo punto che non credo fosse scema, aveva capito i nostri movimenti ci disse:
-Smettetela di litigare.
Per un momento ci fermammo, poi senza più scuse dei soldi, lei mi prese la mano poggiandola sulle sue gambe, poi appoggiò la sua testa sulla mia spalla,
mi sentivo in Paradiso, era la prima volta che avevo una ragazza al mio fianco con la mano nella mano e la sua testa che profumava di sciampo, ero inebriato,non credo che nella vita io abbia più provato qualcosa di simile, ero senza fiato non riuscivo a parlare,anche lei sembrava felice,non si
muoveva più,era immobile e sognante, fingeva di interessarsi al film, ma io la sentivo ansimare e mordersi le labbra, ero felice per lei, avevo una giacca di cotone che misi sulle mie gambe,a volte succede qualche piccolo incidente.
.....Finito il film,restammo per alcuni minuti fermi in attesa che gli altri uscissero, e per ricomporci,io sempre con la maglia sul braccio che mi coprivo.
Prima di arrivare a casa lei in un orecchio mi disse:
-Grazie,spero rimanga un nostro segreto.
Non risposi ma gli sorrisi dolcemente.......





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