MAL DI MARE-
Samira IL FIORE DI PANTELLERIA
PANTELLERIA..4
Samira da bambina spesso piangeva, chiedeva alla madre:
<perche sono cosi scura,mentre le mie compagne sono bianche>
la madre non sempre gli rispondeva,sapeva bene che loro erano Tunisini arrivati come profughi tanti e tanti anni prima,integrati nell'isola e lavorando, fino a quando il padre si ammalo e mori.

Rimaste sole lei e la bambina la donna si rimboccò le maniche ,lavorando notte e giorno come sarta,anche la Domenica, guadagnando quei pochi soldi che servivano per vivere, poi aspettava Agosto e Settembre per lavorare nei campi raccogliendo Uva e Chiapperi.
Qualche volta gli rispnodeva dicendogli
<Samira, tu sei scura per il forte sole, noi abitiamo in campagna>
non era vero, naturalmente ma la bugia aiutava la bambina,
andava a scuola con più sicurezza.
Crescendo, non era proprio quello che avrebbe desiderato di essere, leggeva e guardava i fotoromanzi, ammirava le attrici belle formose, alte,
lei invece non era ancora formata, il seno non voleva crescere,spesso la sera davanti allo specchio, cercava nelle forme appena accennate,qualcosa che la facesse somigliare a quelle attrici, ma non si piaceva,e nel letto coperta dalle lenzuola spesso piangeva in silenzio,non era come le altre.
Samira cresceva, la scuola era finita,si avvicinava ai suoi diciassette anni,era una signorina ,si era arrotondata un poco, quell'accenno di seno erano diventate delle piccole collinette,scendeva al paese, quando la mamma gli chiedeva di fare delle commissioni, si fermava spesso davanti alla vetrina della boutique, ammirava i nuovi arrivi, qualche volta entrava dalla parrucchiera di fronte,conosceva quella ragazza bionda con i capelli tinti, e con la sua cinquecento gialla appena comprata,scambiava due chiacchiere,anzi lei ascoltava solamente non aveva argomenti per poter aprire una conversazione.
Finiva sempre che i discorsi cadevano sui ragazzi, sui possibili amori, lei la parrucchiera aveva un suo amore, lo condivideva con un biondo Marchigiano, marinaio sulla montagna. Spesso i discorsi cadevano sui marinai della montagna,non era difficile sentire che qualcuno di loro si fidanzasse con una loro amica,tipo Willy un ragazzone di Udine,oppure Donato un piccoletto di Castellaneta di Taranto che somigliava a Nicola Di Bari, anche gli occhiali erano uguali, è il marinaio autista Toscano, si diceva che spesso parlava con una ragazza, la madre di lei non era affatto scontenta.
Samira, sognava anche lei un amore che non fosse qualcuno del posto, quasi tutti manovali o contadini, qualcuno volgare e maleducato,mentre i ragazzi di buona famiglia studiavano a Trapani, qualcuno anche a Roma o Napoli,il più delle volte non tornavano più.
Un giorno Samira,salendo per ritornare alla casa, a metà strada tra l'aereoporto e il paese, sentì il rumore inconfondibile della vecchia camionetta della Marina,si fermò sul ciglio della strada, lei e altre due amiche che abitavano nei d'intorni.
Aspettavano che passasse. Un marinaio seduto dietro gli fece un sorriso.
Nessuno mai gli aveva sorriso a quel modo,si senti sciogliere,era il suo sogno avere un fidanzato Marinaio,che la portasse in una grande città, via da quella vita anonima. Samira scendeva sempre piu spesso al paese, anche il pomeriggio, con la speranza di rivedere quel bel marinaio, finchè una Domenica mattina all'uscita della Messa, Samira lo incontrò,si sorrisero ,lui la segui su una stradina ,che portava fuori paese verso la campagna. Ne lui ne lei riuscivano a parlare,si accorse che anche il giovane marinaio era timido come lei,ma il suo sorriso la faceva sciogliere è il suo cuore battevva forte, d'un tratto lui prese coraggio, gli prese la mano ,si potevano sentire il loro cuori battere all'impazzata, stettero qualche minuto in silenzio,poi nel momento di lasciarsi lui l'attiro a se gli accennò un bacio sulla bocca, lei per vergonga o per inesperienza d'impulso si giro, lui il bacio lo dette sulla guancia, lei lo avrebbe voluto sulla bocca come aveva sempre sognato e visto nei fotoromanzi.
Ogni scusa era buona per Samira di scendere al paese per incontrarlo,la madre la vedeva finalmente felice, piangeva per lei,voleva che la figlia avesse più fortuna di lei.
Si incontravano al solito posto, in una vecchia strada di periferia ,passavano dei momenti bellissimi insieme,mano nnella mano e qualche fugace bacio,facendola arrossire ogni volta,lui la rispettava,gli voleva bene,e non chiedeva di più, non voleva rovinare quell'incantesimo creato tra loro.La felicità sembrava aver baciato gli innamorati ,ma il destino a volte crudele, li separò. Il marinaio fu mandato in missione ad Augusta,mancò un mese, al ritorno per forti dolori all'inguine ritorno ad Augusta all'Ospedale MIlitare ,l'estate ormai era finita,lui torno a Pantelleria,ma al suo arrivo trovò il suo trasferimento per Tavolara in Sardegna.una delusione tremenda, si sentiva tradito dalla Marina.non riiusci a salutare Samira,lei invano aspettava al loro solito posto,ritornava a casa piangendo,chiedeva alle amiche che conoscevano i marinai,loro gli dicevano del trasferimento ,fù un duro colpo per Samira, neanche l'aveva salutato e chiesto spiegazioni niente.
Il marinaio per la forte delusione si congedò dalla marina,pensando di ritornare a Pantelleria , ma alla casa trovò il padre gravemente malato di cancro, e la madre con diabete a letto,e di li a poco morì....Lui doveva pensare al padre alla casa,ma non dimentico mai Samira gli era rimasta nel cuore, a volte piangeva si sentiva in colpa per averla tradita e nella vita non trovo mai più l'amore si sposò con una donna che non amava, lei senza cuore,facendolo soffrire tutta la vita.
E' Samira?....Lei non saprà mai che lui non ha mai detto ''TI AMO''ad un altra donna. Lui non ha mai saputo che futuro abbia avuto Sanira ,spera migliore del suo, e che l'abbia perdonato, per il male fatto, e per le tante lacrime versate..........
Samira IL FIORE DI PANTELLERIA
PANTELLERIA..4
Samira da bambina spesso piangeva, chiedeva alla madre:
<perche sono cosi scura,mentre le mie compagne sono bianche>
la madre non sempre gli rispondeva,sapeva bene che loro erano Tunisini arrivati come profughi tanti e tanti anni prima,integrati nell'isola e lavorando, fino a quando il padre si ammalo e mori.

Rimaste sole lei e la bambina la donna si rimboccò le maniche ,lavorando notte e giorno come sarta,anche la Domenica, guadagnando quei pochi soldi che servivano per vivere, poi aspettava Agosto e Settembre per lavorare nei campi raccogliendo Uva e Chiapperi.
Qualche volta gli rispnodeva dicendogli
<Samira, tu sei scura per il forte sole, noi abitiamo in campagna>
non era vero, naturalmente ma la bugia aiutava la bambina,
andava a scuola con più sicurezza.
Crescendo, non era proprio quello che avrebbe desiderato di essere, leggeva e guardava i fotoromanzi, ammirava le attrici belle formose, alte,
lei invece non era ancora formata, il seno non voleva crescere,spesso la sera davanti allo specchio, cercava nelle forme appena accennate,qualcosa che la facesse somigliare a quelle attrici, ma non si piaceva,e nel letto coperta dalle lenzuola spesso piangeva in silenzio,non era come le altre.
Samira cresceva, la scuola era finita,si avvicinava ai suoi diciassette anni,era una signorina ,si era arrotondata un poco, quell'accenno di seno erano diventate delle piccole collinette,scendeva al paese, quando la mamma gli chiedeva di fare delle commissioni, si fermava spesso davanti alla vetrina della boutique, ammirava i nuovi arrivi, qualche volta entrava dalla parrucchiera di fronte,conosceva quella ragazza bionda con i capelli tinti, e con la sua cinquecento gialla appena comprata,scambiava due chiacchiere,anzi lei ascoltava solamente non aveva argomenti per poter aprire una conversazione.
Finiva sempre che i discorsi cadevano sui ragazzi, sui possibili amori, lei la parrucchiera aveva un suo amore, lo condivideva con un biondo Marchigiano, marinaio sulla montagna. Spesso i discorsi cadevano sui marinai della montagna,non era difficile sentire che qualcuno di loro si fidanzasse con una loro amica,tipo Willy un ragazzone di Udine,oppure Donato un piccoletto di Castellaneta di Taranto che somigliava a Nicola Di Bari, anche gli occhiali erano uguali, è il marinaio autista Toscano, si diceva che spesso parlava con una ragazza, la madre di lei non era affatto scontenta.
![]() |
| LA PIAZZA DI PANTELLERIA |
Samira, sognava anche lei un amore che non fosse qualcuno del posto, quasi tutti manovali o contadini, qualcuno volgare e maleducato,mentre i ragazzi di buona famiglia studiavano a Trapani, qualcuno anche a Roma o Napoli,il più delle volte non tornavano più.
Un giorno Samira,salendo per ritornare alla casa, a metà strada tra l'aereoporto e il paese, sentì il rumore inconfondibile della vecchia camionetta della Marina,si fermò sul ciglio della strada, lei e altre due amiche che abitavano nei d'intorni.
Aspettavano che passasse. Un marinaio seduto dietro gli fece un sorriso.
Nessuno mai gli aveva sorriso a quel modo,si senti sciogliere,era il suo sogno avere un fidanzato Marinaio,che la portasse in una grande città, via da quella vita anonima. Samira scendeva sempre piu spesso al paese, anche il pomeriggio, con la speranza di rivedere quel bel marinaio, finchè una Domenica mattina all'uscita della Messa, Samira lo incontrò,si sorrisero ,lui la segui su una stradina ,che portava fuori paese verso la campagna. Ne lui ne lei riuscivano a parlare,si accorse che anche il giovane marinaio era timido come lei,ma il suo sorriso la faceva sciogliere è il suo cuore battevva forte, d'un tratto lui prese coraggio, gli prese la mano ,si potevano sentire il loro cuori battere all'impazzata, stettero qualche minuto in silenzio,poi nel momento di lasciarsi lui l'attiro a se gli accennò un bacio sulla bocca, lei per vergonga o per inesperienza d'impulso si giro, lui il bacio lo dette sulla guancia, lei lo avrebbe voluto sulla bocca come aveva sempre sognato e visto nei fotoromanzi.
Ogni scusa era buona per Samira di scendere al paese per incontrarlo,la madre la vedeva finalmente felice, piangeva per lei,voleva che la figlia avesse più fortuna di lei.
Si incontravano al solito posto, in una vecchia strada di periferia ,passavano dei momenti bellissimi insieme,mano nnella mano e qualche fugace bacio,facendola arrossire ogni volta,lui la rispettava,gli voleva bene,e non chiedeva di più, non voleva rovinare quell'incantesimo creato tra loro.La felicità sembrava aver baciato gli innamorati ,ma il destino a volte crudele, li separò. Il marinaio fu mandato in missione ad Augusta,mancò un mese, al ritorno per forti dolori all'inguine ritorno ad Augusta all'Ospedale MIlitare ,l'estate ormai era finita,lui torno a Pantelleria,ma al suo arrivo trovò il suo trasferimento per Tavolara in Sardegna.una delusione tremenda, si sentiva tradito dalla Marina.non riiusci a salutare Samira,lei invano aspettava al loro solito posto,ritornava a casa piangendo,chiedeva alle amiche che conoscevano i marinai,loro gli dicevano del trasferimento ,fù un duro colpo per Samira, neanche l'aveva salutato e chiesto spiegazioni niente.
Il marinaio per la forte delusione si congedò dalla marina,pensando di ritornare a Pantelleria , ma alla casa trovò il padre gravemente malato di cancro, e la madre con diabete a letto,e di li a poco morì....Lui doveva pensare al padre alla casa,ma non dimentico mai Samira gli era rimasta nel cuore, a volte piangeva si sentiva in colpa per averla tradita e nella vita non trovo mai più l'amore si sposò con una donna che non amava, lei senza cuore,facendolo soffrire tutta la vita.
E' Samira?....Lei non saprà mai che lui non ha mai detto ''TI AMO''ad un altra donna. Lui non ha mai saputo che futuro abbia avuto Sanira ,spera migliore del suo, e che l'abbia perdonato, per il male fatto, e per le tante lacrime versate..........

Nessun commento:
Posta un commento